Festa della ciliegia a Conversano. I numeri confermano la Puglia come una delle ‘regine’ della coltura del ciliegio
Nonostante le modeste superfici investite a livello nazionale (circa 30.000 ha), il ciliegio può essere considerato una coltura di grande reddito: il continuo rinnovamento dell´offerta varietale e le tecniche colturali innovative hanno favorito un´evoluzione della cerasicoltura che può, di conseguenza, essere considerata una valida alternativa alle colture tradizionali. Nel corso degli ultimi anni la produzione cerasicola italiana si è stabilizzata su valori dell´ordine di 130 mila tonnellate medie per anno ed è concentrata in quattro regioni: Emilia-Romagna con il 7%, Veneto con il 10%, Campania con il 13% e Puglia con il 60% della superficie nazionale investita a ciliegio. In Puglia sono presenti circa 8.500 aziende e 17.500 ettari, il 90% dei quali localizzati in provincia di Bari. La produzione pugliese si attesta intorno a 52.000 tonnellate annue che rappresenta circa il 40% della produzione nazionale. In Puglia, l´80% della produzione cerasicola è concentrata nella zona del sud-est barese ed interessa i territori dei comuni di Conversano, Turi, Sammichele, Castellana, Putignano, Noci, Alberobello, Casamassima, Acquaviva delle Fonti e Gioia del Colle. In questa fascia di territorio si contano 2.800 produttori con un giro d’affari solo nell’export di oltre 20 milioni di euro e un fabbisogno annuo di manodopera per le operazioni di raccolta di 2,1 milioni di ore lavorate in meno di due mesi.
L´economia agricola del comune di Conversano è da sempre fondata sulla coltura del ciliegio: basti pensare che ben il 40% del territorio agricolo conversanese, cioè oltre 3 mila ettari su 12.750 complessivi, è rappresentato da ciliegeti, diffusi anche in impianti specializzati. Concentrata in poco più di un mese, la stagione cerasicola può sviluppare solo a Conversano un volume d´affari di una decina di milioni di euro. Per molti nuclei familiari, la vendita delle ciliegie prodotte nei propri appezzamenti costituisce la principale fonte di sostentamento economico. E non a caso il più antico riferimento documentario relativo alla coltura del ciliegio in provincia di Bari riguarda proprio il comune di Conversano. Il primo riferimento storico certo sulla coltivazione del ciliegio nel nostro territorio si ha il 6 giugno 1553 quando Donno Francesco Longho, procuratore del Capitolo di San Leone Magno di Castellana Grotte, nell’aggiornare i registri contabili, riporta la spesa occorrente per mandare alla “Signora Abbadessa” del Monastero di San Benedetto a Conversano un carico di ciliegie: “pese tre di cerase ed rotola dudeci”. Risale inoltre al 17 maggio del 1565 una lettera del vicario badessale in Castellana don Pietro Mancini in cui si cita l’invio di ciliegie in omaggio alla Signora Badessa del monastero di San Benedetto di Conversano, donna Isabella Acquaviva d’Aragona.
Sempre a Conversano, ha sede il “Centro per la valorizzazione della cerasicoltura della Provincia di Bari”, realizzato negli anni ‘80 e dove è stata realizzata la più vasta e completa collezione varietale di ciliegio dell´Italia meridionale, con oltre 100 varietà di provenienza nazionale ed estera. Studi condotti su 15 nuove varietà di ciliegie introdotte di recente in questo Centro hanno permesso di dare concreti indirizzi operativi agli agricoltori per incrementare produttività e competitività dei loro impianti. Per rimanere competitivi nel settore cerasicolo, infatti, occorre immettere sul mercato un prodotto caratterizzato da elevati standard qualitativi in linea con le attuali esigenze dei consumatori che ricercano frutti di grossa pezzatura, di elevata consistenza, di buon sapore e con una colorazione della buccia intensa e brillante. Nuove cultivar a maturazione da precoce a tardiva, resistenti a manipolazioni e trasporto, la frigoconservazione per il post- raccolta, possono permettere un´offerta del prodotto più dilazionata nel tempo in modo da favorire la commercializzazione. Da ciò la necessità di disporre di un centro di raccolta e stoccaggio per far fronte ai periodi in cui l´offerta è eccedente e permettere una concentrazione dell´offerta in grado di rapportarsi con la grande distribuzione organizzata. Fondamentali a tal fine sono ritenuti gli interventi pubblici per la creazione di consorzi di produttori o meglio ancora di OP, Organizzazioni di Produttori, per la commercializzazione diretta.