Festa della Repubblica Italiana: Intervento del presidente della Provincia di Matera
Gentili Concittadini, illustri Autorità,
il 2 giugno 1946, a seguito dei risultati del “Referendum Istituzionale” indetto per scegliere fra monarchia e repubblica, l’Italia diveniva una Repubblica. Un risultato che ha cambiato la nostra storia rendendo protagonisti della vita dell’Italia ogni singolo cittadino.
Oggi questa nostra Repubblica soffre un tempo di crisi profonda, un senso di disagio che si alimenta della sfiducia, della rabbia e della disperazione di quanti non hanno un presente. Lo scoramento si è radicato così saldamente nel nostro vivere quotidiano, a ragione, da annullare la fiducia in tutti, in primis nelle istituzioni. Quelle istituzioni che devono tornare a essere spazio a servizio dei cittadini. Perché se la crisi del voto si combina con la crisi dei partiti e quest’ultima con la crisi della delega, delle istituzioni rappresentative allora lo sfilacciamento della nostra democrazia, potere temprato dal diritto e sostenuto dal consenso, è definitiva. Come ci ricorda l’articolo 54 della Costituzione chi riveste una funzione pubblica è chiamato a svolgerla “con disciplina e onore” .
Le parole, che pure hanno un peso, sempre, non possono placare ansia e angosce ed è necessario restare concentrati sulle cose da fare. Urgenze a cui rispondere, pena la perdita definitiva della credibilità di tutti i rappresentanti, a ogni livello, con implicazioni distruttive per una Repubblica che orgogliosamente ha lottato perché l’Italia si mantenesse libera e democratica.
Ebbene, questa espressione altissima di dignità istituzionale egregiamente rappresentata dal presidente Giorgio Napolitano merita la nostra attenzione e la nostra ri-assunzione di responsabilità. Non possiamo avallare propositi disfattisti di quanti raccolgono il consenso sollecitando l’odio verso la nostra storia così piena, invece, di entusiasmo e passione. I padri costituenti hanno molto amato il nostro Paese e per consentire agli italiani di vivere in pace senza discriminazioni di alcun tipo ci hanno donato la Costituzione.