Fiat, 500X è segnale di fiducia
“Due anni fa in molti recitarono un frettoloso de profundis alla Fiat, oggi lo stabilimento Sata si avvia a diventare il fulcro della nuova strategia globale di Fca, anche grazie al contributo che la Cisl e la Fim hanno dato in un momento in cui serviva una generosa dose di coraggio e visione per scommettere sul futuro del gruppo”. È quanto dichiarano il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, e il segretario generale aggiunto della Fim Cisl Basilicata, Gerardo Evangelista, nel giorno della presentazione ufficiale, al salone dell’auto di Parigi, della 500X, il modello che affiancherà sulla nuova linea di montaggio della Sata la Jeep Renegade. “Con la 500X va a posto un altro importante tassello del progetto di riqualificazione dello stabilimento Sata”, commentano i due dirigenti sindacali, evidenziando che “gli investimenti realizzati in questi due anni hanno ulteriormente rafforzato la vocazione multi-prodotto e la flessibilità produttiva dello stabilimento lucano; un fatto, questo, che lascia ben sperare anche per il futuro in vista dell’uscita dal mercato della Punto. L’auspicio è che i nuovi modelli di fascia premium, dove i margini di mercato sono maggiori, possano rapidamente saturare la capacità produttiva dell’impianto e consentire il rapido riassorbimento della manodopera in cassa integrazione, ma servono anche garanzie sul destino della linea produttiva che attualmente realizza la Punto. Noi riteniamo che la Sata sia nelle condizioni di ospitare un altro modello e il nostro impegno sindacale andrà in questa direzione”. Falotico ed Evangelista sono invece molto critici con le istituzioni locali che hanno fatto ben poco per sostenere l’investimento Fiat. “I ritardi nella realizzazione del campus tecnologico e lo stato non proprio eccellente delle infrastrutture industriali di San Nicola di Melfi sono un esempio di come la politica non riesca a stare al passo con i tempi rapidi dell’impresa globale. Il fatto che una grande multinazionale decida di investire in Basilicata – concludono i segretari di Cisl e Fim – dovrebbe indurre la classe dirigente di questa regione a ragionare su come creare migliori condizioni di contesto per favorire nuovi investimenti in ricerca e innovazione tecnologica al servizio del settore automotive e dare uno sbocco occupazionale concreto ai tanti giovani diplomati e laureati della nostra regione”.