Fiat, lo stabilimento di Termini Imerese chiude a fine anno
“A fine di questo anno, il 31 dicembre, lo stabilimento Fiat di Termini Imerese chiuderà per sempre i battenti dopo 41 anni di attività. A Termini si fabbrica la Ypsilon a tre ed a cinque porte. A fine anno l’intera produzione sarà spostata in Polonia”. Che fine faranno gli operai dell’indotto di Melfi? si chiedono i segretari regionale e provinciale dei metalmeccanici dell’UGL Basilicata, Giuseppe Giordano e Donato Russo, che rivolgono lo stesso quesito alla Regione Basilicata e al suo Presidente. “Il tutto – proseguono – per sensibilizzare la Regione Basilicata, l’opinione pubblica e le Istituzioni che, entro il 31 dicembre, in Basilicata perderemo ancora tanti posti di lavoro nel settore indotto automotive. Molte aziende del consorzio ACM stanno esaurendo la produzione di componenti indirizzata verso lo stabilimento di Termini Imerese, dove si continua a produrre e solo fino alla fine del 2011, la vecchia Lancia Y. Tutte le aziende dell’indotto Fiat di Melfi, tranne Lear, Commer Tgs e Tiberina – proseguono i segretari UGL – lavorano per il sito Fiat siciliano ed all’imminente chiusura della fabbrica ed il relativo spostamento della produzione della nuova Lancia Y in Polonia, i lavoratori delle aziende fornitrici saranno certamente senza commesse e lavoro. Bisogna intervenire congiuntamente, Regione e sindacato affinché – dichiarano Giordano e Russo – per tutti i lavoratori lucani oggi prevalga un accordo che scongiuri un eventuale licenziamento prestabilendo una riassunzione in una delle aziende da individuate con un piano di salvataggio. Se così non fosse, a quel punto, per l’UGL Basilicata, le strade che obbligatoriamente la regione Basilicata ed il consorzio ACM potrebbero trovarsi per prenderne atto sono due: la cassa integrazione o il trasferimento forzato, e in caso di rinuncia il licenziamento. Và costruito un futuro per l’indotto industriale di Melfi. Per l’UGL il grido d’allarme è uno solo, una cosa e’ certa: nessuno dovrà restare senza un futuro e un reddito ed individuare in tempo la migliore delle soluzioni possibili. Adesso ci auguriamo che la Regione Basilicata avvii con il sindacato incontri in tal senso e che avvengano a ritmo serrato: il tempo stringe”.