Fiat Melfi 2 settimane di Cigo
“Da lunedì,un doppio stop alla Sata di Melfi, sospensione della produzione e il ricorso alla cassa integrazione ordinaria dal 15 al 21 e dal 25 al 30 novembre con l’azienda che giustifica l’ennesima sospensione dell’attività lavorativa “per adeguare i flussi produttivi alla domanda di mercato: la cassa integrazione per circa 10.000 lavoratori è un prezzo che la Basilicata non può sopportare e ciò vuole essere per l’Unione Generale del Lavoro Lucana, solo un grido d’allarme insieme a una proposta di confronto con l’azienda”. A dirlo è il segretario regionale dell’UGL Basilicata metalmeccanici, Giuseppe Giordano.
“Siamo a fine anno 2010,quasi alla vigilia delle vacanze natalizie, l’UGL ritiene doveroso appellarsi alle maggiori istituzioni chiedendo di avere un confronto diretto con l’azienda per esaminare da vicino i numeri che sembrano particolarmente significativi e cercare di giungere unitariamente ad un compromesso: la necessità principale è in questo momento quella di ridurre i numeri dei cassintegrati e di salvaguardare la retribuzione degli operai per garantire loro la soglia minima di mille euro al mese. Oggi – prosegue Giordano – il dato certo è l’insicurezza e la precarietà delle famiglie lucane che dovranno sopravvivere con un reddito da sussistenza; nonché le altrettanto prevedibili e gravi ricadute su un indotto fatto da piccole e medie imprese che, senza le commesse Fiat, rischiano la chiusura. Chiusura di fabbriche: di questo stà parlando l’UGL Basilicata metalmeccanici, di realtà produttive che da un giorno all’altro bloccano i macchinari e mettono i lucchetti ai cancelli. Se poi la crisi di Fiat interviene su una realtà come quella del Vulture/Melfese che sente da tempo i morsi della crisi occupazionale, in modo particolare nell’indotto ad esso collegato, il quadro si presenta drammaticamente preoccupante. Sono gli effetti del protrarsi della crisi finanziaria di questi mesi e delle sue ricadute sull’economia reale, sono le conseguenze della finanza creativa del liberismo senza regole, sono i costi che il mondo dell’impresa e del lavoro stanno pagando per l’assenza di politiche industriali da parte delle Istituzioni,politiche – conclude l’esponente UGL ,Giordano – che da tempo abbiamo richiesto. Occorre una terapia d’urto in grado di sostenere ed allontanare un’eventuale dramma dei lavoratori SATA in cassa integrazione, dei rischi per tante aziende dell’indotto, della necessità di un piano industriale che garantisca attività produttiva e occupazione per la fabbrica più grande esistente in Basilicata”.