Filiano non dimentica ‘chi dimentica’
Sabato 14 gennaio 2012 presso il Centro sociale “Prof. G Lorusso” di Filiano si è svolto l’incontro di in-formazione “La relazione con il malato di Alzheimer”, organizzato dalla Pro Loco di Filiano in collaborazione con l’Associazione Alzheimer Basilicata e il nucleo Alzheimer “Don Uva” di Potenza. L’argomentazione del tema è stata esposta dalla dott.ssa Vita Garramone, la quale ha delineato la figura del caregiver, ovvero la persona che fa assistenza al malato, che rappresenta per le peculiarità della malattia unitamente al malato il secondo elemento umano d’attenzione. La comunicazione, l’espressione delle volontà, dei sentimenti e delle emozioni, nel malato d’Alzheimer cambiano, fino a diventare spesso inaccettabili nelle modalità di espressioni, per questo si richiede una nuova interazione, nella quale devono farsi avanti altri canali di interpretazione e vicinanza, il linguaggio non verbale, l’empatia, nonché spirito di immedesimazione ed osservazione, per non soccombere ai meccanismi di illogicità e ripetitività che si manifestano con la malattia.
La famiglia e chi personalmente assiste un malato d’Alzheimer deve intraprendere nuovi schemi d’azione per migliorare la qualità della vita del malato e le proprie condizioni psicologiche. A supporto delle famiglie, l’Associazione Alzheimer Basilicata con il nucleo Alzheimer di Potenza prestano servizi di informazione e ausilio pratico e psicologico: il presidente avv. Cristiana Coviello ha sollevato anche le molteplici difficoltà relative ad un’ospedalizzazione dei malati di Alzheimer, quindi al progetto di una “carta dei diritti del malato” d’Alzheimer per il costante bisogno di una presenza mediatrice che possa accompagnare il malato. La platea durante l’incontro ha avuto modo di porre domande riguardanti la gestione della quotidianità, oltre che sul supporto pratico che il nucleo di Potenza può offrire. A tal proposito la responsabile dott.ssa Valentina Nocera ha anche illustrato i possibili approcci alla prevenzione-conservazione e asserito che la terapia farmacologica resta solo un coadiuvante al lavoro umano che l’operatore medico, piuttosto che la famiglia deve fare.