Fiom, Zenga attacca
“Non mi piace parlare di cose che riguardano i rapporti interni di altre organizzazioni e non lo farò, quello che mi interessa è sapere se si firmano o meno gli accordi, e se ci sono o meno le condizioni per fare buone relazioni industriali alla Fiat. Non possiamo continuare a perdere tempo dietro le beghe interne della Fiom”. Questo il commento del segretario generale della Fim Cisl, Antonio Zenga, allo scontro in corso dentro il sindacato metalmeccanico della Cgil sul caso Ergo-Uas. Zenga critica il comportamento ‘ondivago’ tenuto dalla Fiom che, secondo il segretario della Fim, “semina confusione e disorienta i lavoratori”. Per Zenga “è quanto meno singolare il fatto che la Fiom si trinceri dietro la volontà di una minoranza di lavoratori per non firmare l’accordo dimenticando che la maggioranza degli operai della Sata e della Rsu, compresa quella eletta sotto le insegne della Fiom, ha già detto sì all’accordo. Il responso delle assemblee, se dobbiamo usare il metodo della Fiom, è chiaro e incontrovertibile: la stragrande maggioranza degli operai della Sata sostiene la posizione di responsabilità assunta dalla Fim con la firma dell’intesa. Il comportamento tenuto a Melfi dalla Fiom, invece, ha dimostrato che a decidere sono i vertici nazionali e non la Rsu eletta e legittimata dai lavoratori. Se a decidere deve essere il gruppo dirigente e non la Rsu – si chiede il segretario della Fim – perché la trattativa del 31 marzo scorso sull’Ergo-Uas si è tenuta a Melfi e non a Roma, come preteso dalla Fiom territoriale? E perché hanno fatto partecipare la Rsu? La Fiom dovrebbe spiegare, prima di tutto ai lavoratori, perché si ostina a non riconoscere l’esito dei referendum a Pomigliano, Mirafiori e alla ex Bertone e come fa a pretendere che la volontà dei circa 2 mila lavoratori che si sarebbero espressi contro l’accordo nelle assemblee della Fiom, con una modalità di voto quanto meno discutibile, debba prevalere sulla volontà espressa dai restanti 3.600 lavoratori che hanno espresso parere favorevole all’intesa. A quanto pare nella visione pseudo-democratica della Fiom vince chi ha la minoranza. Non solo questo comportamento contraddice il concetto di democrazia sindacale, ma viene meno anche il principio di rappresentanza in considerazione del fatto che tanto alla Sata quanto alla ex Bertone la Fiom non riconosce la volontà della Rsu e quindi quella dei lavoratori. Per la Fim Cisl il pluralismo è un valore fondamentale ed è per questo che consideriamo inconcepibile – concluse Zenga – chiedere, come ha fatto il segretario lucano De Nicola, le dimissioni dei delegati Fiom per il solo fatto di non essere allineati all’impostazione dell’organizzazione”.