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Firma accordo coesione, la nota di Cifarelli

Questo pomeriggio non parteciperò alla iniziativa organizzata presso l’Università della Basilicata per la firma dell’Accordo di Coesione tra il Governo e la Regione Basilicata con la presenza della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in quanto il centrodestra nazionale, con la complicità dei sodali lucani, hanno trasformato un importante appuntamento istituzionale in una squallida passerella elettorale. I Lucani non meritano di essere presi così in giro. Così il Consigliere regionale del Partito Democratico Roberto Cifarelli.
E’ utile ricordare che l’Accordo per la Coesione è lo strumento per la pianificazione delle risorse nazionali per la coesione del ciclo 2021-2027 di cui la parte prevalente è data dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione.
Per essere chiari – puntualizza l’esponente Dem – parliamo di 861 milioni di euro previsti dall’Accordo già dal lontano 4 agosto 2023, allorquando venne annunciato il riparto delle risorse 2021 – 2027 destinate per legge ad aumentare lo sviluppo e la crescita delle regioni meridionali, non certo per organizzare sceneggiate “napoletane” ad uso e consumo di Bardi e dei suoi compari vecchi e nuovi.
Coloro che– aggiunge Cifarelli – quest’oggi dispenseranno sorrisi e pacche sulle spalle, sono gli stessi Ministri e parlamentari lucani di maggioranza che con il loro assenso alla costituzione della società Acque del Sud hanno scippato l’acqua alla Basilicata e, nel contempo, hanno approvato, compiacenti e complici, lo scellerato disegno di legge sull’Autonomia Diffenziata che segnerà definitivamente la spaccatura del nostro Paese tra regioni ricche e regioni maggiormente in difficoltà. Come peraltro ha certificato l’ultima ricerca dell’osservatorio Gimbe in tema di sanità. Sarà la mazzata finale per il Sud.
Dopo cinque anni di cattiva amministrazione, – conclude il capogruppo regionale PD – questa è la vera attenzione di lor signori nei confronti del Mezzogiorno e della Basilicata in particolare. I Lucani però, in vista del prossimo 21 aprile, non sono così stupidi come qualcuno di loro pensa e, da secoli, coltivano sapientemente il seme della memoria come un diario dove appuntare schiaffi e sorrisi della Storia.

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