First Cisl, basta criminalizzare chi lavora in Equitalia
“Oggi difendere chi lavora in Equitalia significa andare controcorrente, ma compito del sindacato non è essere simpatico: compito del sindacato è tutelare i lavoratori e nella fattispecie parliamo di lavoratori che da troppo tempo sono nel mirino dei media e della pubblica opinione”. Gennarino Macchia, segretario generale della First Cisl Basilicata, mette subito le cose in chiaro: “I lavoratori non hanno colpe se il sistema fiscale italiano è disequilibrato, per questo noi proponiamo di mettere in campo una politica fiscale che sia trasparente, semplice e soprattutto equa. La riforma della riscossione – continua il segretario della First – è un pezzo importante anche se non esclusivo di questo discorso e rappresenta la migliore risposta alla demagogia di chi in questa lunga crisi ha sfruttato e strumentalizzato la disperazione delle persone a fini elettorali, ma poi non ha fatto proposte concrete per cambiare in meglio il rapporto tra Stato e contribuente”.
La First Cisl ha lanciato il proverbiale sasso nello stagno con una serie di proposte molto concrete per una profonda riforma del sistema di riscossione: introdurre il domicilio elettronico per effettuare le notifiche tramite posta certificata; migliorare le banche dati e la cooperazione con gli enti impositori; introdurre il concetto del bonus malus nei rapporti con l’amministrazione fiscale per premiare i comportamenti virtuosi; calcolare la rata in modo da evitare la schiavitù fiscale. Ma la proposta più importante della First Cisl è fare di Equitalia un soggetto unico e autonomo di riscossione per tutti gli enti impositori, “sul modello di quanto già avvenuto in Basilicata – ricorda Macchia – dove in passato operavano due istituti di riscossione di derivazione bancaria: la Sem a Potenza e la Ritrimat a Matera”.
I vantaggi? “Per le amministrazioni pubbliche, penso anche ai piccoli Comuni, una società unica – spiega il segretario della First – vorrebbe dire tempi più rapidi per la riscossione, una visione completa della situazione debitoria del contribuente e della sua capacità fiscale, ma anche la possibilità per l’amministrazione di avere un servizio di consulenza per organizzare e gestire al meglio la fiscalità locale, evitando i tanti casi di cartelle pazze. Per il contribuente, inoltre, ci sarebbe la garanzia di rendere l’impatto fiscale sostenibile, senza limitare la sua capacità produttiva. Si tratta di misure concrete e di buon senso – aggiunge il segretario della First – per tenere insieme rigore verso chi evade le tasse in modo sistematico ed equità verso il contribuente onesto. In concreto, la riscossione deve diventare il fondamento di un nuovo modello di coesione civica dentro un sistema fiscale attento alle fragilità sociali ma allo stesso tempo rigoroso contro gli evasori”.