FLC CGIL Puglia aderisce al presidio “A Bari, #PortiAperti, Nessuno è Straniero”
Sulla vicenda della nave Acquarius e su questioni analoghe si fa davvero fatica, in questi giorni, a ritrovarsi nei
ragionamenti approssimativi, nelle frasi qualunquiste buone per ogni occasione e ogni tempo, negli slogan a
effetto privi di sostanza.
Quello che sappiamo è che la cultura pretende apertura, che una società solidale e inclusiva è un beneficio per tutti, che i confini sono fatti per essere superati, che non ci sono gerarchie nella sofferenza, che una classe di scuola o un’aula universitaria pullulano di differenze e che è su quelle sfumature, su quei contrasti, che si poggia la costruzione di una società sana. Le comunità autentiche sono quelle capaci di cambiamento. Crediamo che cambiare voglia dire migliorare, non certo invocare barriere e chiusure. Chi alza muri denota paura, insicurezza e debolezza. Non vogliamo una società incapace di dialogo, perché siamo abituati ad operare nel mondo della conoscenza, che si basa sullo scambio e sull’ascolto.
Se la paura costruisce muri di ottusità, la cultura, invece apre ponti e porti, tende mani, riceve ricchezza. Non ci stiamo al facile gioco dello scaricare le colpe del fallimento delle nostre politiche di welfare su cause esterne: è successo troppe volte, e troppe volte i veri responsabili hanno puntato il dito sugli incolpevoli. Bari è il simbolo dell’ospitalità, dell’accoglienza, della mescolanza. E anche noi della FLC CGIL di Bari aderiamo alla manifestazione di oggi, a Bari, alle 19, al molo San Nicola.
Perché quei migranti sulla nave Acquarius potrebbero essere i nostri figli, i nostri studenti, i nostri amici. Ci unisce a loro la consapevolezza di un destino comune, fatto di spostamenti, migrazioni, povertà, dispera zione. Esattamente come nelle nostre aule della nostra scuola pubblica e statale, non riusciamo a fare differenze: siamo tutti profondamente uguali, perché tutti profondamente diversi. #PortiAperti