FLI Matera favorevole all’apertura di un ‘Registro delle Coppie di Fatto’
Dopo il coraggioso segnale lanciato dall’Amministrazione Comunale Milanese, in tema di equiparazione dei diritti civili, ritengo utile e necessario che anche a Matera si apra un dibattito sereno, moderno e senza imbarazzi di natura etica od ideologica, per confermare la Nostra predisposizione – in qualità di Città di Pace e Diritti Umani – alla accoglienza ed alla eguaglianza, onde ridurre lo “Spread” tra Mezzogiorno d’Italia ed Europa sul tema della Convivenza Civile fra due persone. In buona sostanza, non intravedo alcuna ragione ostativa all’apertura nel Nostro Comune – che è il Comune di tutti i cittadini – del “Registro delle coppie di fatto”.
Le motivazioni sono molteplici ed oggettive. Il Mondo va avanti, viaggiando in una direzione che a volte ci sfugge. Innanzitutto bisogna tener presente che il tema delle Unioni Civili, eventualmente iscritte all’anagrafe familiare del Comune, è diverso da quello dell’allargamento del Sacro vincolo Matrimoniale alle coppie dello stesso sesso, per il quale, fra l’altro, servirebbero delle Leggi dello Stato. Poi bisogna considerare le condizioni socio-economiche dell’attuale sistema, soprattutto nel Sud Italia: e cioè la impossibilità materiale per molte persone di poter affrontare il Matrimonio classico – nel quale credo fermamente – oramai attestatosi a pieno titolo nella classifica degli investimenti per i quali è necessario ricorrere ad un mutuo bancario.
Io appartengo alla sfortunata “X Generetion”; a quella fascia di età compresa fra i nati del ’75 e quelli dell’85, ai quali tutto è precluso. Siamo quella generazione a cui tocca pagare per gli errori commessi da altri; siamo coloro che non vedranno pensione, che non entreranno nel mondo del lavoro a pieno regime prima dei 40’anni; siamo i “Bamboccioni” che spesso , e non per scelta, anche se ci fa molto piacere, siamo obbligati ad alloggiare con la famiglia di origine, perché è l’unico ammortizzatore sociale ancora in piedi.
Quello che chiediamo dunque, fra le tante possibili e che meriteremmo, è una piccola riforma a “costo zero” per andare incontro a diritti elementari ed amministrativi che altri Paesi, e con Governi sia Repubblicani che Socialisti, hanno già archiviato, dandoli per scontati. La mia generazione chiede che il sentimento fra due persone, conviventi e maggiorenni, possa essere riconosciuto dal Comune di appartenenza, per accedere ai diritti riservati fin qui solo alle famiglie tradizionali.
Dott. Giuseppe OLIVIERI – Coordinatore FLI Matera