Flop dei Centri per l’Impiego in Puglia, Blasi: “La riforma è stata solo campagna elettorale”
Il Consigliere regionale del Partito Democratico, Sergio Blasi interviene su una riforma nata male, partita peggio e, ad oggi, risolta in un clamoroso flop, quella dei Centri per l’Impiego.
“Ricordate la riforma dei Centri per l’impiego (Cpi) che doveva precedere l’erogazione del reddito di cittadinanza? La rivoluzione del sistema-lavoro, l’aggiornamento delle risorse umane e tecnologiche? Io sì e di certo anche i lavoratori dei Cpi pugliesi, sedotti e abbandonati da una riforma che è rimasta solo una bella storia da campagna elettorale. Così, allo sciogliersi della propaganda emerge la realtà. Non una bella realtà: i Centri per l’impiego pugliesi e del Mezzogiorno lamentano tutti, chi più chi meno, uno stato di degrado cronico sotto tutti i punti di vista- ha detto – Il che significa che da un lato i cittadini ottengono un servizio scadente, dall’altro i dipendenti di queste strutture non sono nelle condizioni di erogarne uno migliore, perché costretti in una realtà lavorativa non degna dei tempi che viviamo. La classica partita in cui si perde tutti”.
In particolare, i dipendenti dei Cpi denunciano carenza di personal, dato che l’ultimo concorso risale al 1990. Da allora ne sono andati in pensione più del 60%. In attesa di nuove assunzioni si potrebbero stabilizzare i dipendenti Anpal (ex Italia Lavoro) precari da oltre 10 anni.
Altro problema è dovuto a computer e attrezzatura informatica obsoleti, nessuna traccia di fibra ottica e un forte ritardo nell’aggiornamento del software rispetto alle leggi in vigore. Quest’ultimo aspetto è molto importante. Negli ultimi 20 anni, infatti, la normativa sul lavoro è cambiata diverse volte, ma il sistema operativo utilizzato da tutti gli operatori dei Cpi della regione è sempre lo stesso. In sostanza, non è mai stato adeguato alla normativa nel periodo di vigenza.
Accade così che quando un utente si presenta in ufficio per iscriversi o per il conteggio della sua anzianità di iscrizione e relativa sospensione, questa debba essere calcolata manualmente dagli operatori. Eppure basterebbe poco, ad esempio un programmatore, per fare gli aggiornamenti necessari.
“Insomma lo scenario è mortificante e non da ora. Oggi i lavoratori di queste strutture vivono sulla loro pelle la mortificazione di uno Stato assente e di una politica che su di loro ha speculato per una manciata di voti in più. Unitamente al ripensamento del reddito di cittadinanza, i cui meccanismi di erogazione andrebbero rivisti e armonizzati, ritengo che il governo debba assumersi le proprie responsabilità e farsi carico della situazione dei Centri per l’impiego e dei suoi lavoratori. Anche perché la situazione in cui versano i Cpi pugliesi non è molto diversa da quella del resto d’Italia”, chiosa Blasi.