Focolaio Covid in Basilicata, forte preoccupazione degli imprenditori che temono un’altra chiusura
Forte preoccupazione viene espressa dalle Associazioni Confapi Matera e CNA per il focolaio del virus COVID-19 in Basilicata, che rischia di vanificare gli sforzi compiuti dagli imprenditori e dalle istituzioni in questi mesi di lockdown. La notizia di un numero così elevato di casi positivi tra i migranti ospitati nei centri di accoglienza sta suscitando una grande apprensione tra le piccole e medie imprese lucane per il timore dell’istituzione di una o più “zone rosse” nella regione, proprio adesso che con grande fatica stanno ripartendo le attività in tutti i settori, anche in quelli più colpiti come il turismo a Matera e nella costa jonica.
Le Associazioni precisano di non essere contrarie all’accoglienza dei migranti, anzi esse hanno sempre apprezzato la scelta della Regione che da anni svolge opera di integrazione dei richiedenti asilo su tutto il territorio. Tuttavia, esse ritengono errata la procedura seguita, con controlli superficiali e approssimativi, test sierologici non sempre attendibili, quando invece i tamponi andavano effettuati al momento dello sbarco, prima della partenza verso le altre destinazioni. Altrettanto dicasi per il caso di rientro dall’Emilia-Romagna, sottoposto a un test rapido evidentemente non affidabile. La Regione Basilicata dovrebbe pretendere che i tamponi o i test vengano effettuati nei luoghi di arrivo e soltanto dopo procedere al trasferimento nei centri di accoglienza. Non sono quindi in discussione i diritti umani o il sacrosanto diritto all’accoglienza, ma la gestione di un problema meramente sanitario, che rischia di diventare senza controllo. Nella confusione delle procedure, infatti, oggi diventa difficile ricostruire la cerchia dei contatti avuti dalle persone positive.
Confapi Matera e CNA ribadiscono che la Basilicata ha già subito una chiusura quasi totale delle attività economiche pur avendo avuto un numero di casi limitati di positivi al virus, quasi tutti peraltro casi di ritorno dalle regioni del Nord Italia. Un nuovo focolaio e una nuova chiusura metterebbero definitivamente in ginocchio tantissime piccole e medie imprese di tutti i settori che potrebbero non riprendersi mai più.