Fondazione Appennino tra le buone pratiche Asvis
Lo scorso 15 dicembre è stato presentato da ASviS – Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile il rapporto “I territori e gli obiettivi di sviluppo sostenibile”, un documento che analizza lo stato delle azioni finalizzate al raggiungimento dei 17 goals dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile.
Nonostante il rapporto abbia evidenziato molte ombre e ritardi, per Fondazione Appennino è invece un documento da cui trarre soddisfazione e riconoscimento per il lavoro posto in essere in meno di due anni di attività. Un progetto della Fondazione, infatti, è rientrato tra le 44 buone pratiche citate dal rapporto, si intitola “Il futuro sostenibile dell’Appennino e delle aree interne” e si tratta di una idea scaturita dalla partnership con The Data Appeal Company, un data provider italiano che opera in tutto il mondo, e riguarda la realizzazione di una piattaforma analitica, sulla base del know how dei soggetti coinvolti, che possa “certificare” la sostenibilità di aziende, territori e prodotti d’Appennino e in particolare delle aree interne d’Italia. Il progetto prevede alcuni output in cui siano integrati, da un lato, i dati sulla reputazione online, open data e statistiche socio-economiche, dall’altro i criteri definiti dai 17 Goal dell’Agenda 2030, coniugando indici di sostenibilità, cultura, territorialità e tecnologia. L’obiettivo è quello di coinvolgere le realtà territoriali pubbliche e private, impegnate in attività di produzione agroalimentare, culturali, turistiche che vogliano sottoporre a valutazione la sostenibilità dei loro prodotti, territori e marchi, al fine di migliorare il livello di sostenibilità degli attuali sistemi sociali integrati.
«Oltre alla soddisfazione per il bel traguardo che raccogliamo come Fondazione Appennino – afferma il direttore Piero Lacorazza – per un ulteriore riconoscimento nazionale dell’attività che stiamo realizzando, vorremo condividere il valore di questo progetto. Premettendo che ASviS è la più importante rete nazionale ed europea impegnata nella “promozione” dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile approvata nel 2015 dalla Organizzazione delle Nazione Unite, la segnalazione assume un significato di estrema importanza poiché avviene su un progetto che mette insieme identità e innovazione, anima e meccanica, umanesimo e scienza. È Civiltà Appennino di Leonardo Sinisgalli in Civiltà delle Macchine. É l’impresa sociale di Fondazione Appennino che persegue nelle sue attività i 17 SDGs (goal/traguardi) dell’Agenda 2030 avviando una ricerca e sperimentazione a sostegno di una pianificazione e programmazione più partecipata ed efficace per costruire “comunità sostenibili”».
Questo riconoscimento si colloca nel contesto di altre importanti collaborazioni strutturate in questo appeno anno e mezzo di vita della Fondazione. A partire dalla casa editrice Donzelli, con cui abbiamo avviato un serie di pubblicazione dal titolo Civiltà Appennino – che oggi è anche una rivista web – che hanno portato al premio letterario nazionale “Parco Majella” e recensioni dai più importanti organi d’informazione nazionale.
Così come la recente convenzione avviata con l’Università di Teramo per il “master in diritto dell’ambiente e dell’energia”, mentre altri importanti progetti e collaborazioni sono in itinere.
Tuttavia questa buona pratica che sarà un prodotto/servizio per aziende private ed enti, per pianificare e programmare la “sostenibilità”, sarà al centro di due importanti appuntamenti che promuoveremo nel mese di gennaio e di febbraio con ASviS, Riabitare l’Italia e il Forum delle Diseguaglianze. Al primo appuntamento previsto per il 14 gennaio parteciperà il Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Giuseppe Provenzano. All’appuntamento di febbraio si prevede di coinvolgere anche il Ministro degli Affari Europei Enzo Amendola