Forestazione, Fai Flai Uila annunciano sit-in davanti aree programma
Le recenti rassicurazioni dell’assessore regionale Luca Braia sulla questione dei pagamenti arretrati non hanno convinto né i lavoratori forestali né i sindacati di categoria che sono pronti a inasprire la protesta e annunciano la convocazione nei prossimi giorni di presidi davanti alle sedi delle aree programma. Proprio i ritardi delle aree programma nella rendicontazione delle attività, denunciano Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, sarebbero tra le cause del mancato pagamento dei salari arretrati ai lavoratori. “Se le aree programma non consegnano le rendicontazioni di fine anno – spiegano Antonio Lapadula, Vincenzo Esposito e Gerardo Nardiello – la Regione non può liquidare le somme per il pagamento dei salari, con buona pace dei lavoratori che avanzano dalle due alle tre mensilità arretrate”.
Per i tre sindacalisti “anche in quello che dovrebbe essere l’ultimo atto in vista del passaggio delle competenze al consorzio unico di bonifica si conferma la sostanziale inadeguatezza del modello gestionale imperniato sulle aree programma, modello che avrebbe dovuto responsabilizzare gli enti locali nel governo delle politiche del territorio e che, invece, ha prodotto inefficienze, ritardi e ingiustificate disparità di trattamento tra i lavoratori. Appare perciò ancora più paradossale – denunciano Lapadula, Esposito e Nardiello – che oggi autorevoli sindaci tentino di strumentalizzare in chiave elettorale il disagio e il più che giustificato disappunto dei lavoratori forestali quando avrebbero potuto, nell’esercizio del loro mandato democratico, supervisionare il corretto funzionamento delle aree programma e la tempestiva gestione delle rendicontazioni e dei pagamenti delle spettanze. Il passaggio dell’intero settore della forestazione al consorzio unico di bonifica – concludono i tre sindacalisti – è anche un atto di sfiducia verso una classe dirigente che si è dimostrata non all’altezza della sfida che era stata assegnata ai Comuni in un settore nevralgico quale il governo e la tutela del territorio”.
Per i tre sindacalisti “anche in quello che dovrebbe essere l’ultimo atto in vista del passaggio delle competenze al consorzio unico di bonifica si conferma la sostanziale inadeguatezza del modello gestionale imperniato sulle aree programma, modello che avrebbe dovuto responsabilizzare gli enti locali nel governo delle politiche del territorio e che, invece, ha prodotto inefficienze, ritardi e ingiustificate disparità di trattamento tra i lavoratori. Appare perciò ancora più paradossale – denunciano Lapadula, Esposito e Nardiello – che oggi autorevoli sindaci tentino di strumentalizzare in chiave elettorale il disagio e il più che giustificato disappunto dei lavoratori forestali quando avrebbero potuto, nell’esercizio del loro mandato democratico, supervisionare il corretto funzionamento delle aree programma e la tempestiva gestione delle rendicontazioni e dei pagamenti delle spettanze. Il passaggio dell’intero settore della forestazione al consorzio unico di bonifica – concludono i tre sindacalisti – è anche un atto di sfiducia verso una classe dirigente che si è dimostrata non all’altezza della sfida che era stata assegnata ai Comuni in un settore nevralgico quale il governo e la tutela del territorio”.