Cultura

Forme d’Arte – Massimo Acciai

Ivana OrlandoBenvenuti a FORME D’ARTE di Ivana Orlando!

Oggi Vi presento Massimo Acciai, autore e fondatore della rivista culturale Segreti di Pulcinella. Rivista in cui troverete anche una mia intervista sul mio ultimo libro “Emozioni Incustodite” su http://www.segretidipulcinella.it/sdp38/let_06.htm.

Massimo Acciai nasce a Firenze il 9 aprile 1975. Laureato in Lettere presso l’Università degli Studi di Firenze nel 2001, con una tesi sulla comunicazione nella fantascienza. Si è interessato molto presto al genere narrativo fantascientifico e fantastico in generale, scrivendo e pubblicando brevi racconti su riviste in italiano e in Esperanto e classificandosi in vari concorsi letterari. Nel 2003 fonda la rivista culturale online Segreti di Pulcinella (www.segretidipulcinella.it) insieme a Francesco Felici. Dal 2007 al 2008 collabora con il musicista siciliano Paolo Filippi, per il quale ha scritto circa 140 testi di canzoni, ed altri artisti tra cui Matteo Nicodemo. Nel 2009 appare il suo primo e-book, edito da Faligi, in esperanto e in italiano, “La sola absolvita / L’unico assolto”. Presso la stessa casa editrice sono usciti anche il romanzo fantasy “Sempre ad est” e il saggio “La metafora del giardino in letteratura”, scritto insieme a Lorenzo Spurio, entrambi nel 2011. Presso Lettere animate è uscito nel 2012 la raccolta di racconti “Un fiorentino a Sappada” e presso Montag edizioni è uscito “La nevicata e altri racconti” (2013). Nello stesso anno è uscita la silloge poetica “Esagramma 41” (con Faligi). È redattore della rivista letteraria “L’area di Broca” dal 2006 e di “Euterpe”. E’ anche autore di video, musicista e performer nel gruppo dei Poetikante

1. Ci racconti un po’ del tuo contatto al mondo della scrittura. Quando e perché ha iniziato a scrivere?

Ho iniziato a scrivere con intenti artistici molto preso in verità. Già alle elementari scrivevo “poesie” insieme ad un paio di compagni di scuola con cui avevo fondato un gruppo poetico, il “Golden Eagle Team”. Dopo le elementari è seguita una pausa lunga circa quattro anni; nel 1990, a 15 anni, ho iniziato a scrivere il mio primo romanzo. Perché? Difficile da spiegare quella voglia di scrivere che ti prende, magari dopo aver letto un libro che ti ha particolarmente colpito, penso che la scrittura sia soprattutto una specie di vocazione.

2. Cosa leggevi da bambino?

Da bambino leggevo soprattutto fumetti. Ricordo alcune letture scolastiche e certi autori quali Gianni Rodari e Michael Ende.

3. Carta stampata o e-reader?

Sicuramente la carta stampata, con la sua fisicità e il suo odore.

4. Un libro che vorresti assolutamente consigliare?

“Il mondo nuovo” di A.Huxley. Trovo che sia stupendo e modernissimo nonostante sia uscito oltre ottanta anni fa.

5. Parlaci del tuo libro?

Ho pubblicato finora 7 libri. Intendi l’ultimo? “Esagramma 41” è una silloge di poesie scritte negli ultimi 10 anni circa e richiestami dal mio editore nella persona di Maria Delfina Manuela Tetto. In fondo al libro c’è anche una sezione di testi di canzoni, con l’esclusione di quelli (che sono la maggioranza) scritti sulla musica di Paolo Filippi (che usciranno presto in un altro libro, edito da Photocity”, intitolato “C’era una casa su in collina…”). Devo ringraziare le amiche poetesse Mariella Bettarini e Gabriella Maleti per la revisione di buona parte delle poesie. Penso che non sia facile, al giorno d’oggi, pubblicare un libro di poesie senza mettere mano al portafoglio… perciò un doveroso ringraziamento anche al mio editore!

6. Cosa vuol dire scrivere? E cos’è il talento?

Due bellissime domande, di non facile risposta. Occorrerebbe un libro, o quantomeno un corposo saggio, per risponderti adeguatamente. Facendola breve: scrivere significa tentare di comunicare, attraverso la parola, i propri stati d’animo, le proprie idee, fantasie, desideri, incubi, speranze, dolori, gioie, ecc. Scrivere è per lo scrittore una necessità, come mangiare e respirare. Il talento è qualcosa di soggettivo, ma credo lo si possa definire come la capacità di suscitare emozioni nel lettore, di comunicargli con la massima precisione possibile i propri pensieri. Ma ciò che suscita emozioni in me non le suscita necessariamente anche in te, perciò quando dico che lo scrittore tal dei tali ha talento dico semplicemente che ha catturato il mio interesse (non necessariamente il tuo).

7. Scrivi a mano o col computer?

Rigorosamente al computer la prosa, la poesia spesso a mano (prendo appunti dove capita).

8. Il tuo scrittore preferito?

Non ce n’è uno solo, mi piacciono molto Isaac Asimov e Ray Bradbury, mostri sacri della fantascienza. Tra i classici direi Jules Verne e H.G.Wells. Tra gli italiani dello scorso secolo direi Italo Calvino e Dino Buzzati. Dovessi però fare per forza un nome solo, direi Italo Calvino.

9. Progetti prossimi venturi?

Nel 2014 usciranno tre miei libri: “C’era una casa su in collina…” (raccolta di testi di canzoni), “Apologia del perduto” (racconti scritti a quattro mani con Lorenzo Spurio) e forse “I grandi numeri” (raccolta di racconti). Sto inoltre lavorando ad un romanzo a quattro mani con Valentina Meloni e ad un altro romanzo, che considero la mia opera più importante: “La straordinaria nevicata dell’85”. Inoltre continuerò a portare avanti la mia attività artistica con i Poetikanten, da quest’anno associazione onlus culturale.

10. Vuoi lasciarci un messaggio per i nostri lettori?

Fate attenzione alle pseudo case editrici che chiedono soldi all’autore, a qualsiasi titolo. Oggi si può benissimo pubblicare il proprio libro senza spendere un centesimo anche senza rivolgersi a Mondadori e senza attese infinite. Leggete buoni libri.

Requiem per un manoscritto di fantascienza dato alle fiamme

Nessuno saprà mai del neonato amore

tra la principessa marziana e l’eroe terrestre,

né delle avventure di Tix, il netturiano saggio

che sventò la distruzione delle lune di Giove.

Tugux è morto davvero e più non risorgerà

dalle brume di Titano che l’inghiottirono

alla fine del capitolo tredici.

Il mistero delle dodici sfere di Kylidh

mai nessuno svelerà in un impossibile sequel,

così le origini del Re Selenita nessuno più canterà.

Chi mai ricorderà gli aforismi di Yugh

e del fido servo Ghulth, l’atlantideo,

ancora attuali dopo diecimila anni cosmici d’oblio?

E che dire dell’avventura nel Gran Mare Ghiacciato

dove perse la vita l’esercito di Hujv e una mano l’Imperatore?

Il nobile sacrificio del comandante Cosby

non susciterà commozione ne mancanza.

Le nevi di Xethyx e la melodia di vento di Flyta

cancellate nel rogo iniquo, così come le mappe

del pianeta Y, solcato da mille fiumi d’argento e d’oro.

I mondi di tenebra, i mondi di sabbia e i mondi argillosi

dove riposano le spoglie degli eroi,

percorsi da insetti giganti e da farfalle-aeroplano,

sprofondano nell’oblio della fiamma.

L’Autore chiuse tutto in un cassetto.

Gli Eredi non amavano i libri

e disprezzavano la fantascienza,

regno del possibile.

Cinque anni di lavoro

alimentarono cinque minuti il camino

in una gelida serata di frimaio.

Uomo del XXII secolo

Se mai un uomo del XXII secolo

darà un giudizio su di me

dirà che ero un barbaro e un primitivo

vissuto in tempi barbari e primitivi.

Non comprenderà certo

fino in fondo le mie parole

– se gli arriveranno, in qualche modo –

e giudicherà ottusa la mia mente.

L’uomo del XXII secolo

guarderà orizzonti ben più vasti;

abbraccerà il cosmo,

sarà quasi disincarnato.

Terrà in un pugno l’energia di una stella,

viaggerà alla velocità del pensiero,

avrà sconfitto anche il cancro

e avrà prolungato la sua vita di millenni.

Le sue cellule non avranno segreti.

L’uomo del futuro

non capirà i moti del mio cuore

anche se saranno simili ai suoi:

dirà che ero un barbaro e un primitivo

vissuto in tempi barbari e primitivi.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *