Forum della Pace a Matera
“La parola pace è una parola complessa perchè richiama una serie di elementi senza i quali è impossibile tradurla. È, infatti, impossibile pensare alla parola pace senza il diritto all’alimentazione dei popoli, senza che a ciascun cittadino del mondo venga garantita una vita dignitosa, è impossibile pensare alla parola pace senza la libertà, senza il lavoro. Insomma, è impossibile coltivare la pace senza coltivare i diritti di ciascuno”. Lo ha detto il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, che in mattinata ha aperto la prima delle due giornate del Forum della pace in corso nella sala convegni dell’Istituto Sant’Anna. “Sono orgoglioso che la Tavola della Pace abbia scelto Matera per aprire questo straordinario percorso di riflessione che attraverserà il Paese coinvolgendo 6 città con l’obiettivo di declinare in modo diverso la parola pace”. Adduce si è soffermato anche su quello che sta succedendo nel Nord Africa. “La libertà è una delle voci più importanti con cui bisogna declinare la parola pace. Alcune volte abbiamo pensato di imporla con le armi senza fare nulla per costruirla. In queste ore il mondo ha registrato l’uccisione di Osama Bin Laden che ha determinato una grandissima attenzione a livello mondiale. L’organizzazione terroristica guidata da Bin Laden ha seminato morte e distruzione e, tuttavia, non ci fa piacere che sia stato giustiziato in questo modo. Siamo convinti che, nonostante tutto, una società che si ispira ai diritti umani deve essere così forte da rifiutare la pena di morte, anche quella causata da ragioni di stato. Il rispetto dei diritti umani deve valere sempre, anche per le persone più cattive. Noi continuiamo a essere fermi con questi sentimenti. Vogliamo che Matera sia sempre di più città della pace e dei diritti umani perché capitale europea della cultura, a cui aspiriamo per il 2019, significa anche questo”.
Nel corso del Forum della pace, moderato dalla giornalista Antonella Ciervo, è intervenuta la presidente del Consiglio comunale, Brunella Massenzio. “E’ con grande orgoglio e soddisfazione – ha detto Massenzio – che abbiamo accolto la proposta della Tavola della Pace, di organizzare a Matera uno dei sei forum previsti dal programma. E la presenza vostra, delle scuole, l’impegno registrato dagli studenti delle scuole materane, i risultati dei vostri lavori esposti in mostra ripaga lo sforzo organizzativo che abbiamo voluto mettere in campo per allestire queste giornate. Sono giornate molto importanti che ci servono a riflettere sul valore della pace e su come rafforzare il suo significato nelle attività quotidiane, dentro e fuori la scuola. Sono certa che i lavori dei laboratori saranno di grande stimolo alla realizzazione del grande libro per la pace”.
Per l’assessore regionale alla Cultura, Rosa Mastrosimone, “il lavoro fatto nelle scuole rappresenta un’eredità di inestimabile lavoro per le nuove generazioni di bambini, ma anche e soprattutto per gli adulti. Gandhi diceva che il mondo è tenuto insieme dal vincolo dell’amore. E diceva anche che, purtroppo, la storia registra sempre gli atti di violenza e quasi mai i grandi messaggi di amore. Questo forum rappresenta, invece, la straordinaria possibilità che i valori della pace e dei diritti umani, che quanto si sta facendo nelle scuole, possano essere comunicati alla gente sotto una luce nuova”.
Dopo l’intervento di Rosanna Papapietro, in rappresentanza della direzione scolastica provinciale, a soffermarsi sui contenuti del Forum è stato il coordinatore nazionale della Tavola della pace, Flavio Lotti. “Questo di Matera – ha detto Lotti – è il primo dei sei forum dedicati a 7 parole: Non violenza, giustizia, libertà, pace, diritti umani, responsabilità, speranza. Sono tutte parole spesso corrotte, degradate, manomesse. Parole che non sappiamo quanto siano importanti e belle per ciascuno di noi. Così abbiam provato a smontarle e a ricostruirne il significato. Oltre 42 mila studenti in tutta Italia hanno fatto questo lavoro per rimetterle al centro della nostra vita. Cos’è la pace? E’ una parola misteriosa, più della parola guerra. Sappiamo molto bene cosa sono le bombe, la sofferenza, la crudeltà. Quando invece pensiamo alla parola pace pensiamo a qualcosa di più vago, di generico, tanto che siamo portati a dire che la pace è il contrario di guerra, il contrario di quello che conosciamo. Per questo abbiamo bisogno di una nuova cultura che sia alternativa a quella della guerra. La pace è tante cose insieme, ha una dimensione personale, ed ha una dimensione politica, collettiva. La pace è allo stesso tempo uno stato d’animo e una condizione politica, un sentimento individuale e un comportamento collettivo. Spesso si negano i collegamenti fra queste dimensioni. La pace esiste solo quando c’è il pieno rispetto dei diritti fondamentali di ciascuno di noi. In questo modo sappiamo anche cosa fare per far vivere la pace. Se vogliamola pace, dobbiamo educare alla pace”.
Subito dopo, l’associazione “Il buon pensiero” ha donato alla Tavola della pace la “Lampada della pace” realizzata dal ceramista materano Dino Daddiego. Mentre Lotti ha consegnato la lampada della Tavola della pace alla presidente del Consiglio comunale, Massenzio. Nel corso della giornata, su iniziativa del Women’s Fiction festival è intervenuta Carlotta Mismetti Capua, giornalista e autrice del libro “Come due stelle nel mare” che ha parlato del significato dell’accoglienza e della Città di Asterix nata su facebook dopo il suo incontro con due ragazzi arrivati a piedi dall’Afganistan. E’ seguita una performance teatrale del centro “Skenè” “Un arcobaleno per la pace” e la testimonianza dell’operatore umanitario materano Saverio Mannarella, che ha recentemente svolto attività a Gaza, fianco a fianco con Vittorio Arrigoni, di cui ha portato una toccante testimonianza. Nel pomeriggio, dalle 15.30 alle 17.30, proseguono i laboratori, mentre alle 17.30 verrà proiettato il documentario “Costruttori di pace” a cura di Michela De Francesco. I lavori proseguiranno domani alle 9.30.
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