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Gambardella (Cisl) sollecita tavolo di confronto per l’attivazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Basilicata

“Se il presidente Bardi intende fare sul serio sulla facoltà di medicina, noi siamo pronti a discuterne e a dare una mano perché abbiamo a cuore gli interessi dei nostri giovani e della nostra regione”. Così il segretario generale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, che torna a sollecitare, a distanza di un mese, la convocazione di un tavolo di confronto con le parti sociali e con tutti i soggetti istituzionali coinvolti per l’attivazione di una facoltà di medicina e chirurgia all’Università della Basilicata. “Nel nostro recente rapporto sullo stato del benessere sociale in Basilicata – commenta il segretario della Cisl – abbiamo evidenziato due fenomeni in particolare che sono speculari: l’invecchiamento della popolazione residente e l’emigrazione giovanile. Ebbene, proprio l’attivazione di una facoltà di medicina come anticamera per la costruzione di un polo medico ad elevata specializzazione – spiega Gambardella – costituirebbe una concreta misura per riportare in attivo il bilancio demografico della regione e offrire al contempo concrete opportunità lavorative ai giovani lucani, ma occorre fare presto perché in questa fase il fattore tempo è cruciale”.

 

“Noi siamo convinti, anche sulla scorta delle intense interlocuzioni che abbiamo avviato da tempo con associazioni e stakeholder, che l’intera comunità regionale – continua Gambardella – debba essere coinvolta in questo ambizioso progetto che deve puntare ad estendere il diritto alla formazione e all’offerta formativa dei giovani lucani e a ridurre i tassi di emigrazione universitaria. L’istituzione di una facoltà di medicina di alto profilo scientifico sarebbe anzi un modo per rendere l’Università della Basilicata più attrattiva nei confronti dei giovani universitari delle regioni limitrofe. Allo stesso tempo – conclude il segretario della Cisl – la facoltà di medicina sarebbe uno strumento utilissimo per costruire una vera rete di medicina territoriale e preventiva quale fondamentale presidio di cura e assistenza di quelle cronicità e fragilità che sono tipiche in una società caratterizzata da elevati tassi di invecchiamento”.

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