Gambardella propone un’alleanza regionale contro la povertà
L’Inps ha diffuso nei giorni scorsi il secondo monitoraggio nazionale sul Rei (Reddito di inclusione), la nuova misura di contrasto alla povertà, entrato in vigore quest’anno, che si articola in un sostegno al reddito familiare e un percorso di inclusione socio-lavorativa. Stiamo parlando di uno strumento per il quale la Cisl ha lavorato intensamente negli ultimi anni soprattutto all’interno della più ampia Alleanza contro la povertà in Italia e che colma almeno in parte la principale lacuna presente nel nostro sistema di welfare.
Per quanto riguarda la Basilicata il monitoraggio ci dice che nei primi sei mesi di sperimentazione le famiglie lucane che hanno beneficiato del Rei sono state 2.134 per un totale di 5.865 soggetti coinvolti. L’importo medio dell’assegno è stato pari a 271,26 euro. Occorre inoltre considerare che nella fase di transizione altri 225 nuclei familiari hanno beneficiato nello stesso periodo del vecchio programma denominato Sia (Sostegno all’inclusione attiva) per un totale di 864 persone coinvolte e un importo medio dell’assegno pari a 238,06 euro. Si tratta di quelle famiglie già inserite nel Sia che non hanno ancora richiesto la transizione nel nuovo programma del Rei. Cosa si può inferire dalla fredda contabilità che ci ha fornito l’Inps?
Tenuto conto che si parla di una misura ancora in fase di start-up, possiamo affermare, come primo dato significativo, che il Rei ha raggiunto un numero di famiglie assai superiore a quello avutosi nei primi mesi del Sia. Evidentemente la campagna informativa e l’attenzione alla misura che abbiamo contribuito a generare hanno compensato le difficoltà, che pure sono sorte nell’applicazione di un nuovo strumento con diversi criteri di calcolo, e l’impreparazione a riguardo di alcune amministrazioni locali, che talvolta hanno provocato ritardi e disservizi; si è dunque potuto andare incontro almeno in parte al sostanziale bisogno delle famiglie in povertà.
L’ampliamento della platea di riferimento a partire dal 1° luglio, con l’estensione a tutte le famiglie in particolari difficoltà economiche, ampliamento che rende il Rei uno strumento realmente universale di lotta alla povertà, sarà un primo significativo banco di prova per capire la reale capacità della misura di agire in profondità sul tema del disagio sociale e per testare la rete comunale dei servizi sociali che sarà chiamata a predisporre i previsti percorsi personalizzati d’inclusione socio-lavorativa. Anche per questa ragione occorre completare la creazione delle Alleanze contro la povertà nelle singole regioni, poiché attraverso queste ultime potrà essere più forte il ruolo di controllo e di interlocuzione con le amministrazioni territoriali competenti, così come avvenuto al livello nazionale nella fase di costruzione e avvio dello strumento.
Uno strumento, quello delle Alleanze regionali contro la povertà, che nella nostra regione è ancora più opportuna alla luce della discutibile scelta del governo regionale di non coinvolgere le organizzazioni sindacali nella costituzione del tavolo regionale della rete della protezione e inclusione sociale, scelta che abbiamo stigmatizzato fortemente e che non ci fa guardare con la necessaria fiducia al futuro, con particolare riguardo al tema dell’armonizzazione della misura nazionale del Rei con la misura regionale del Reddito minimo d’inserimento, con l’obiettivo di ampliare la platea dei potenziali beneficiari e di integrare il sostegno economico attraverso concrete politiche e misure di accompagnamento al lavoro.
Per quanto riguarda la Basilicata il monitoraggio ci dice che nei primi sei mesi di sperimentazione le famiglie lucane che hanno beneficiato del Rei sono state 2.134 per un totale di 5.865 soggetti coinvolti. L’importo medio dell’assegno è stato pari a 271,26 euro. Occorre inoltre considerare che nella fase di transizione altri 225 nuclei familiari hanno beneficiato nello stesso periodo del vecchio programma denominato Sia (Sostegno all’inclusione attiva) per un totale di 864 persone coinvolte e un importo medio dell’assegno pari a 238,06 euro. Si tratta di quelle famiglie già inserite nel Sia che non hanno ancora richiesto la transizione nel nuovo programma del Rei. Cosa si può inferire dalla fredda contabilità che ci ha fornito l’Inps?
Tenuto conto che si parla di una misura ancora in fase di start-up, possiamo affermare, come primo dato significativo, che il Rei ha raggiunto un numero di famiglie assai superiore a quello avutosi nei primi mesi del Sia. Evidentemente la campagna informativa e l’attenzione alla misura che abbiamo contribuito a generare hanno compensato le difficoltà, che pure sono sorte nell’applicazione di un nuovo strumento con diversi criteri di calcolo, e l’impreparazione a riguardo di alcune amministrazioni locali, che talvolta hanno provocato ritardi e disservizi; si è dunque potuto andare incontro almeno in parte al sostanziale bisogno delle famiglie in povertà.
L’ampliamento della platea di riferimento a partire dal 1° luglio, con l’estensione a tutte le famiglie in particolari difficoltà economiche, ampliamento che rende il Rei uno strumento realmente universale di lotta alla povertà, sarà un primo significativo banco di prova per capire la reale capacità della misura di agire in profondità sul tema del disagio sociale e per testare la rete comunale dei servizi sociali che sarà chiamata a predisporre i previsti percorsi personalizzati d’inclusione socio-lavorativa. Anche per questa ragione occorre completare la creazione delle Alleanze contro la povertà nelle singole regioni, poiché attraverso queste ultime potrà essere più forte il ruolo di controllo e di interlocuzione con le amministrazioni territoriali competenti, così come avvenuto al livello nazionale nella fase di costruzione e avvio dello strumento.
Uno strumento, quello delle Alleanze regionali contro la povertà, che nella nostra regione è ancora più opportuna alla luce della discutibile scelta del governo regionale di non coinvolgere le organizzazioni sindacali nella costituzione del tavolo regionale della rete della protezione e inclusione sociale, scelta che abbiamo stigmatizzato fortemente e che non ci fa guardare con la necessaria fiducia al futuro, con particolare riguardo al tema dell’armonizzazione della misura nazionale del Rei con la misura regionale del Reddito minimo d’inserimento, con l’obiettivo di ampliare la platea dei potenziali beneficiari e di integrare il sostegno economico attraverso concrete politiche e misure di accompagnamento al lavoro.
Enrico Gambardella – Segretario generale Cisl Basilicata