Gambardella: “ZES occasione da non sprecare”
“La Cisl, pur valutando positivamente l’avvio del percorso istitutivo delle Zes, considera il quadro normativo ancora carente, in particolare sul capitolo degli sgravi e degli incentivi, nonché delle politiche di attrazione degli investimenti nelle aree interessate”. Così il segretario generale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, a pochi giorni dall’incontro che si è tenuto mercoledì a Roma tra il ministro De Vincenti e una delegazione di Cgil Cisl Uil e Confindustria per approfondire il dossier Zes. “Nel corso del tavolo di confronto con il governo – osserva il segretario della Cisl – si è convenuto sulla necessità di prestare attenzione su alcuni punti qualificanti del piano, come favorire la collaborazione tra regioni e i differenti livelli istituzionali nazionali e locali, coinvolgere i comuni nei processi di definizione delle Zes e raccordare i piani di sviluppo delle medesime con altri strumenti di programmazione come i fondi europei e i patti per lo sviluppo”. Per quanto riguarda gli aspetti legati al lavoro, “è emersa l’esigenza di una verifica della qualità e quantità del lavoro, soprattutto nel settore della logistica e nell’ambito degli appalti e dei subappalti operanti nelle aree, nonché dello sviluppo nelle aree Zes di politiche attive del lavoro e della formazione continua mirate, anche attraverso il rafforzamento del canale dell’istruzione tecnica superiore”.
Per Gambardella “il modello da prendere in riferimento in Europa è quello della Polonia dove le Zes sono state introdotte a metà degli anni ‘90 e successivamente prorogate all’atto dell’ingresso nell’Ue con un apposito accordo. In Polonia sono attive oltre venti Zes supportate da un articolato sistema normativo che prevede incentivi di natura fiscale e doganale. Tutto questo nel disegno del governo nazionale non esiste e le Zes appaiono piuttosto il completamento del riassetto del sistema portuale meridionale, quasi un indennizzo di natura politica ai poteri locali per l’accorpamento delle autorità portuali. Al momento dunque – continua il segretario lucano della Cisl – si ragiona solo di geografia perché manca una visione di sistema in grado di incardinare la Zes dentro una più generale strategia di sviluppo locale e soprattutto manca il quadro normativo e nella fattispecie fiscale che dovrebbe riempire di sostanza il dibattito intorno alle Zes e offrire al territorio lucano un beneficio tangibile in termini di nuova occupazione e nuovi investimenti produttivi, nonché di interventi per il potenziamento e l’ammodernamento del sistema infrastrutturale interno. Il rischio – conclude Gambardella – è di ritrovarci alla fine del dibattito con una scatola vuota dalla dubbia utilità per la nostra regione e finalizzata unicamente a sostenere il riordino e il rilancio del sistema portuale pugliese”.
Per Gambardella “il modello da prendere in riferimento in Europa è quello della Polonia dove le Zes sono state introdotte a metà degli anni ‘90 e successivamente prorogate all’atto dell’ingresso nell’Ue con un apposito accordo. In Polonia sono attive oltre venti Zes supportate da un articolato sistema normativo che prevede incentivi di natura fiscale e doganale. Tutto questo nel disegno del governo nazionale non esiste e le Zes appaiono piuttosto il completamento del riassetto del sistema portuale meridionale, quasi un indennizzo di natura politica ai poteri locali per l’accorpamento delle autorità portuali. Al momento dunque – continua il segretario lucano della Cisl – si ragiona solo di geografia perché manca una visione di sistema in grado di incardinare la Zes dentro una più generale strategia di sviluppo locale e soprattutto manca il quadro normativo e nella fattispecie fiscale che dovrebbe riempire di sostanza il dibattito intorno alle Zes e offrire al territorio lucano un beneficio tangibile in termini di nuova occupazione e nuovi investimenti produttivi, nonché di interventi per il potenziamento e l’ammodernamento del sistema infrastrutturale interno. Il rischio – conclude Gambardella – è di ritrovarci alla fine del dibattito con una scatola vuota dalla dubbia utilità per la nostra regione e finalizzata unicamente a sostenere il riordino e il rilancio del sistema portuale pugliese”.