Gas ai lucani, la ‘ricetta’ del consigliere Braia
Nota del Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva.
RIFLESSIONI POLITICHE
Azzeriamo le bollette alle fasce più deboli, avviando una vera transizione energetica ragionando nel merito. Di mezzo c’è il futuro dei lucani.
L’utilizzo della risorsa gas deve diventare volano di sviluppo e non banale tentativo di moltiplicare voti e recuperare un consenso irrimediabilmente perso. Prima di annunciare ed esultare senza ragionare bisognerebbe studiare, pensare, confrontarsi per progettare la Basilicata del futuro. Chi più consuma ed è più ricco avrà più soldi dalla Regione Basilicata, questo il senso del provvedimento. Chi consuma gas fossile avrà il 50% di sconto (e non gratis) in bolletta. Se invece sei una impresa, o già utilizzi rinnovabili, Gpl, termo-camino a pellets o altro, il sostegno non è previsto. In Basilicata é inutile affannarsi a risparmiare gas o investire per produrre energia verde, perché per i prossimi 10 anni solo chi consumerà il gas fossile potrà avere il sostegno regionale, come chi abuserà magari di questo consumo.
Non comprendiamo perché nell’intesa si rinuncia al 15% del pattuito (quasi 26 milioni di euro all’anno), per ristorare costi indefiniti come quelli del “trasporto” (la rete rimane la stessa) e di “flessibilità” (cioè?) e perchè si dovrebbe rinunciare alle royalties che sono legate alle estrazioni comunque esistenti?
Come mai nell’intesa sparisce l’indicizzazione delle “Royalities” per la Basilicata (esistenti anche nell’accordo Total) di 1,05 Euro/Barile determinando una costante calcolata su una soglia massima di 45 $/Barile, quando oggi il costo arriva a toccare 119 $/Barile, da mesi sopra i 90, la media degli ultimi anni è stata di 70 $/Barile e le previsioni sono a oltre 100 per i prossimi anni?
Senza una logica ambientale o un criterio di equità sociale, così appare la “formula magica” messa in piedi da Bardi e dal suo centro destra per distribuire i circa 1,8 milioni di metri cubi di Gas/annui assegnati alla Basilicata (20% di quello prodotto) o l’equivalente economico a costi attuali di 1.3 miliardi di euro in 10 anni (circa 130 milioni all’anno).
Più leggo i documenti di questa “svolta epocale” – come con estrema enfasi ci si è affrettati a definirla- e più mi sembra la “storia di Robin Hood al contrario”, ovvero quello che possiamo definire il “populismo” di destra. Lo stesso centro destra che critica da sempre il “Reddito di cittadinanza” oppure ha bollato come mance al popolo i famosi 80 Euro al mese del Bonus Renzi. Sempre gli stessi che fino ad oggi condannavano la logica assistenziale o i contributi a pioggia di quello che chiamavano il populismo di sinistra.
Chiediamo al Presidente Bardi che tutto sia rivisto, che tutti i dettagli vengano condivisi con le parti sociali, sindacati e associazioni di categoria oltre che del Consiglio Regionale, convocandone uno dedicato proprio agli accordi e alle reali ricadute per la nostra Regione. Si nega a noi delle minoranze questo confronto sin dal 2019 quando fu bocciata una risoluzione che chiedeva coinvolgimento e condivisione di tutti prima di prendere decisioni di così ampia portata.
Il gas gratis ai lucani è solo una legge annunciata in conferenza stampa ma che ancora non c’è. Ridurre le bolletta energetica in maniera strutturale in linea con la transizione energetica deve essere un grande obiettivo che non può essere tradotto solo con una “mancia” da campagna elettorale, data in maniera indistinta ed iniqua. Un tentativo di recuperare consenso invece che sfruttare una opportunità storica, l’ultima, da sfruttare per innovare e rilanciare la nostra Regione.
Il gas deve essere una risorsa lucana per tutti i lucani da legare imprescindibilmente agli investimenti strutturali per il futuro a favore di famiglie e imprese che, con il caro bollette rischiano il fallimento.
NON DIMENTICHIAMO
Ai lucani e alle lucane deve essere chiaro che il governo Bardi non porta a casa nessuna novità. Che il gas prodotto in Basilicata sia dei Lucani era stato già stabilito negli accordi firmati nel passato. Questi stessi accordi che si sarebbero materializzati e definiti per Eni solo all’atto della proroga della concessione avvenuta dal 1 Gennaio 2021. Mentre per Total a partire dall’inizio delle sue estrazioni nel dicembre 2020. In pratica cose risapute sin da 17 anni, dall’Accordo quadro tra Regione Basilicata e Total, Shell, Esso riportato nella DGR 1363 19/09/2006.
Sarebbe interessante avere finalmente un confronto tecnico con documenti alla mano, dal quale si sono sempre dileguati, su aspetti che sostengo da sempre, inascoltato: siamo passati da intese che vedevano tutto (100% produzione) il gas prodotto in regione assegnato gratis alla Basilicata (circa 1 miliardo di metri cubi annui) ad averne, con le Intese Bardi, solo una piccola quota (200 milioni di metri cubi/annui ) regalando il resto alle compagnie Eni/Shell/Total ecc. che ovviamente ci ringraziano per questo “maxi-dono” che ai costi del gas attuali, equivale a circa 800 milioni di euro anno.”
DA REGIONE DEL PETROLIO A REGIONE DELLA TRANSIZIONE ENERGETICA
Fare subito dichiarazioni di giubilo è facile, non mi unisco al coro ritenendomi un riformista vero e non a convenienza. Provo a sfuggire alla logica del facile consenso e dichiaro che, pur condividendo il principio di dare un riconoscimento diretto alle famiglie lucane – lo avevamo proposto anche noi di Italia Viva – ritengo che in particolare dovremmo attenzionare in primis quelle meno abbienti. Pertanto credo sia un autentico controsenso utilizzare 1.3 miliardi di euro in 10 anni per sostenere, di fatto, solo l’utilizzo del gas da fossile, nell’era della transizione energetica.
Rischiamo così di paralizzare la Basilicata nel percorso di innovazione e di condannarla a essere la regione più petrolio dipendente d’Italia. Mentre proprio con i profitti del petrolio e del gas, potremmo diventare la regione modello e simbolo della transizione e della sostenibilità, delle rinnovabili, con l’idrogeno verde compreso.
Pensare di combattere lo spopolamento della Basilicata con qualche soldo al mese a una parte delle famiglie lucane è quanto mai fantasioso e ingannevole per cittadine e cittadini lucani, non risolve altri problemi.
LE MIE 11 PROPOSTE CONCRETE FUORI DAL CORO
GAS AL 100% PER FAMIGLIE A BASSO REDDITO. Sarebbe allora sicuramente più logico e giusto sostenere al 100% tutte le famiglie a basso reddito che usano o meno il gas, senza escludere dal provvedimento chi utilizza già, magari da tempo, altre fonti per il riscaldamento anche rinnovabili. Si crea di fatto disparità e ingiustizia ed è inaccettabile.
SOSTEGNO GAS PRIMA CASA. Perché invece non collegare in maniera più corretta il sostegno in bolletta solo alla prima abitazione, determinarlo in base ai metri cubi degli edifici in fitto o in uso e non sulla media storica del triennio? Tante sono le famiglie, molto anziani soli e in difficoltà che in questi tre anni hanno risparmiato al massimo, proprio nell’utilizzo del gas oppure cercato fonti alternative. Per questo sarebbero paradossalmente penalizzati, oggi anziché premiati.
PARAMETRI STANDARD. Si fissi, piuttosto, un parametro standard, con un tetto massimo di metri cubi di gas utilizzabili a famiglia, per garantire una qualità di vita dignitosa in generale, il surplus si metta a carico dell’utente per evitare sprechi e speculazioni che diventeranno inevitabili. Le risorse economiche o energetiche risparmiate siano utilizzate per sostenere la transizione energetica per cittadini ed imprese.
IMPIANTI ENERGIE RINNOVABILI PER FAMIGLIE E IMPRESE. Fondamentale sostenere le famiglie che vivono in case singole ma anche i condomini e stimolare all’installazione di impianti a energia rinnovabile, e contemporaneamente incentivare le imprese per realizzare impianti rinnovabili sempre per autoconsumo. Decisivo dovrebbe essere utilizzare una parte di queste risorse per sostenere in maniera importante la nascita delle comunità energetiche.
PRODUZIONE ENERGIA PULITA NELLE AREE PRODUTTIVE. Si realizzino in tempi brevi con le compensazioni progetti comuni con Eni/Total/Shell per la realizzazione nelle aree produttive di Basilicata di impianti di produzione energia pulita, per le imprese insediate e per quelle da attrarre negli investimenti che portano occupazione e sviluppo.
AZZERARE BOLLETTA ENERGETICA EDIFICI PUBBLICI. Si formalizzino intese strategiche per realizzare impianti e centrali di produzione energia finalizzati ad abbassare o azzerare la bolletta energetica di ospedali, agenzie regionali, scuole, per le sedi degli Enti (Regione, province e comuni), per i Consorzi di Bonifica e i Consorzi industriali.
SOSTEGNO IMPRESE. Escludere le imprese é sbagliato e miope, soprattutto in una fase in cui il prezzo dell’energia sta spiazzando la competitività del nostro sistema industriale.
DECARBONIZZAZIONE E DECOMMISSIONING. Si pensi anche a un piano decarbonizzazione e sviluppo industriale regionale da finanziare con questo accordo, inserendo anche il decommisioning della Val D’agri.
FILIERA IDROGENO IN VAL BASENTO. Si faccia diventare la Val Basento la sede ideale della filiera dell’idrogeno (produzione e componentistica)
DISTRETTO DELLA MOBILITÀ ELETTRICA A MELFI. Melfi diventi finalmente il distretto della mobilità elettrica, dei sistemi di accumulo e dei microchip.
SOSTEGNO SMART WORKING. C’è da invertire la tendenza dell’emorragia di giovani e cervelli che trovano lavoro altrove: caro Presidente Bardi, perché non finanziamo – con 10 milioni di euro l’anno – l’attivazione dello smart working per i lucani fuori regione, consentendo ad almeno 1000 di loro ogni anno di poter lavorare in Basilicata, con un contributo alle aziende sino a 10.000 euro lordi/anno in rapporto al livello e ai contratti stipulati?
CONCLUSIONI
C’è un unico modo immediato per ripopolare i nostri paesi: provare a riportare proprio qua le nostre intelligenze a lavorare, grazie anche alle tecnologie, nella speranza che possano rimanere e fare famiglia, tornando a fare comunità
Tutto questo, insieme ad altre proposte che ci piacerebbe fossero almeno prese in considerazione, farebbe davvero della Basilicata un esempio nazionale: la Regione del petrolio che, con i soldi del petrolio, costruisce 3 filiere industriali per disegnare un futuro decarbonizzato. Insieme all’aiuto alle famiglie si devono affiancare le imprese che creano ricchezza durevole e moltiplicatrice.
Come Italia Viva – conclude Luca Braia – è di questo che continueremo a chiedere conto al Governo Regionale a cui, ancora una volta, proviamo ad offrire contributi operativi che mettono al centro non gli slogan populisti ma azioni concrete con una visione che deve essere molto più lungimirante per la nostra terra rispetto all’avvio della campagna elettorale che promette il gas gratis che ancora non c’è