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GdF Taranto, siglato protocollo investigativo con la Procura della Repubblica e l’Agenzia delle Entrate in materia di reati tributari

Il Comandante Regionale Puglia della Guardia di Finanza, Generale di Divisione Francesco Mattana, il Procuratore Capo della Repubblica di Taranto facente funzioni, dr. Maurizio Carbone, e il Direttore Regionale dell’Agenzia delle Entrate, dr. Michele Andriola, hanno siglato nella mattinata di ieri un protocollo investigativo volto a rafforzare il coordinamento investigativo tra l’Autorita’ Giudiziaria, la Guardia di Finanza e
l’Amministrazione finanziaria locale.
L’accordo ha l’obiettivo di potenziare la repressione dei reati tributari, in particolar modo le frodi transnazionali, l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, la creazione di schermi societari al solo fine di inquinare i mercati e riciclare proventi illeciti. Le frodi fiscali, il ricorso alle fatture false e all’uso di una contabilità alterata sono reati spia che spesso nascondono crimini ben più gravi che possano permettere alle organizzazioni criminali di infiltrarsi nel tessuto socio-economico e imprenditoriale attraverso società di comodo e prestanomi. Pertanto, con il fine di potenziare l’efficacia dell’azione di contrasto al fenomeno, le parti in questione si sono impegnate ad intensificare, implementare e migliorare i flussi di comunicazione, consentendo all’Autorità Giudiziaria di assumere ancora più celermente la direzione delle indagini e il coordinamento delle stesse anche nell’ottica di agevolare l’Agenzia delle Entrate nella propria funzione di recupero delle somme evase.
Il Protocollo disciplinerà nel contempo una serie di adempimenti procedurali volti a garantire una rapida applicazione della tassazione dei proventi illeciti delle consorterie criminali e l’indeducibilità fiscale dei cc.dd. “costi da reato”.
E’ stato anche previsto un periodico confronto tra i firmatari dell’accordo, con il coordinamento della Procura della Repubblica nei casi di particolare complessità e pericolosità criminale al fine di attivare tecniche investigative più appropriate ai mutevoli sistemi di frode. Infine sono state definite le modalità di reimpiego delle risorse finanziarie illecitamente accumulate grazie all’evasione fiscale, nonchè quelle di individuazione dei beni degli evasori per procedere in maniera più speditiva al sequestro e, quindi, alla loro definitiva confisca. Il Protocollo così formalizzato costituisce un importante passo in avanti nell’azione di contrasto alla criminalità economico-finanziaria e all’illecito arricchimento

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