‘Genialità intrinseche’. L’adulto e la dislessia: reazioni, emozioni e sensazioni’, presentato a Tricarico
Nel salone del Centro di documentazione “Rocco Scotellaro e la Basilicata del secondo dopoguerra” di Tricarico, venerdì scorso è stato presentato il libro di Walter Carretta e Isabella Romualdi “Genialità intrinseche. L’adulto e la dislessia: reazioni, emozioni e sensazioni”. Il volume, basato su una storia di vita vissuta, racconta la storia del trentacinquenne Antonio che, dopo aver ripreso gli studi abbandonati in età adolescenziale, scopre, grazie alla sua fidanzata logopedista, di soffrire di dislessia. Ha inizio, così, un viaggio a ritroso nella sua storia scolastica, attraverso tutte le difficoltà ancora oggi presenti nello studio di Antonio. L’incontro, promosso dall’amministrazione comunale di Tricarico e moderato dalla giornalista Virginia Cortese, è stata l’occasione per trattare del tema della dislessia, un disturbo specifico di apprendimento poco conosciuto. In apertura, porgendo i saluti dell’amministrazione comunale, il vice sindaco Rocco Dabraio ha spiegato che l’incontro era stato organizzato per lo scorso maggio ma, poiché si era a fine anno scolastico e l’argomento interessa genitori e insegnanti, lo si era posticipato al nuovo anno scolastico e nel periodo di raccolta fondi Telethon. Infatti, il direttore sanitario dell’ospedale “Rocco Mazzarone” di Tricarico, Vincenzo Denisi, ha aggiunto che la dislessia, definita dalla scienza disturbo specifico dell’apprendimento, è poco conosciuta anche dai medici, è conosciuta prevalentemente solo dai neurologi e questo perché dal 3 al 5 per cento della popolazione scolastica ne è affetta, dato che, probabilmente, fa sfuggire il problema anche al mondo della sanità. L’autore Walter Carretta, nel suo intervento, ha illustrato il suo percorso di vita da dislessico inconsapevole: l’abbandono della scuola in età adolescenziale perché faticosissima; il lavoro, meno faticoso, sebbene duro e la consapevolezza, a 30 anni, della mancanza di un titolo d’istruzione che lo ha indotto a riprendere gli studi, grazie anche all’aiuto della sua fidanzata logopedista Isabella Romualdi la quale, osservando i percorsi tortuosi che faceva per poter apprendere un concetto, ha capito il problema e glielo ha comunicato aiutandolo. Da questa esperienza, infine, è nata l’idea di scrivere un libro insieme per portare sia la testimonianza di chi vive il problema, sia l’esperienza di una logopedista. Isabella Romualdi, poi, ha spiegato che la dislessia non è una malattia ma un disturbo dell’apprendimento, un processo naturale che ha degli effetti a lungo termine e da non confondere con lo studio che invece, ha spiegato la logopedista, è un processo artificiale che può avere effetto anche solo limitato nel tempo. Questo perché le cause di questo disturbo sono a livello neurobiologico e le moderne tecniche di indagine hanno dimostrato che, quando un dislessico legge, nel cervello si attivano aree differenti rispetto al normolettore che lo rende molto abile a ricercare soluzioni alternative, anche di fronte a problemi di ordine quotidiano. Nicola Lioi, responsabile del Polo di riabilitazione “Don Gnocchi” di Tricarico, ha aggiunto che la persona dislessica vive la sua condizione come penalizzante, perché presenta una lentezza nel processare i dati, non avendo gli stessi automatismi delle persone non dislessiche e che ciò porta alla mancanza di autostima e alla depressione, soprattutto nei bambini. Maria Domenica Raimondi, neurologa alla “Don Gnocchi” di Tricarico, ha aperto la serie degli interventi più tecnici spiegando che la dislessia si mette in evidenza nel momento in cui i bambini cominciano ad andare a scuola, quando cominciano a imparare a leggere, a fare di calcolo e a scrivere. Poi, con l’ausilio delle diapositive elettroniche, ha elencato e spiegato dettagliatamente i vari tipi del disturbo specifico di apprendimento, la differenza tra dislessia evolutiva e acquisita e le aree del cervello che vengono attivate durante la lettura in persone dislessiche e non dislessiche attraverso le indagini Positron emission tomography, tomografia a emissione di positroni e Diffusion tensor imaging, tensore di diffusione. Emanuela Piedilato, dottoressa in scienze della professioni della riabilitazione e logopedista all’ospedale “San Carlo” di Potenza, ha parlato prevalentemente della normativa riguardante il dsa, a cominciare dalla prima legge regionale in Italia, approvata proprio in Basilicata, seguita da quella nazionale del 2010, che fanno riferimento soprattutto alla diagnosi precoce del disturbo, alla fine della terza elementare e nella scuola materna, per il disturbo specifico di linguaggio. Infine, Arcangela Lotito, logopedista alla “Don Gnocchi” di Tricarico, ha parlato degli interventi logopedici, in stretta collaborazione con la scuola e la famiglia, per portare a una sua autonomia il bambino insieme alla consapevolezza dei propri limiti e delle proprie capacità, cioè di quelli che sono i suoi punti di forza.
Vito Sacco