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Gianluca Paparesta si dimette da club manager del Bari calcio

Per il Bari calcio sembra proprio che la luce in fondo al tunnel disti chilometri e chilometri. In un clima già molto pesante, dopo il ko contro il Modena, sono arrivate le dimissioni di Gianluca Paparesta, club manager della società biancorossa. L’ex arbitro ha rimesso il mandato nella mani dei dirigenti, dopo la lunga telefonata con il patron Antonio Matarrese. Alla base dell’addio di Paparesta una divergenza di vedute che man mano è diventata sempre più evidente, specie sul tema dell’autogestione, ipotesi che Paparesta ritiene assolutamente non percorribile.

Insediatosi a ottobre con la carica di club manager, l’ex fischietto aveva l’obiettivo di attrarre nuovi acquirenti per la società. E di possibili investitori ne aveva anche trovati. “Ho trovato persone interessate al pacchetto azionario del Bari calcio, come il patron dell’Anzhi Sulejman Kerimov, la cordata lombarda capeggiata da Guido Borghi, oltre a un’importante società turca. Tuttavia le inspiegabili contraddizioni interne al management del club e gli incredibili avvenimenti di quest’ultimo periodo hanno fatto arenare le trattative”. E le dimissioni di Paparesta arrivano alla vigilia dell’assemblea decisiva per il futuro del calcio nel capoluogo pugliese: la prossima settimana, infatti, il cda si troverà ad un bivio: l’autogestione o l’auto-fallimento. Eventuali acquirenti, non foss’altro, intendono aspettare il fallimento ‘pilotato’ della società per poterla rilevare a costi inferiori.

Dalle parole di Paparesta, emerge che i primi screzi sono iniziati poco prima di Natale. “Il 24 dicembre – racconta l’ex fischietto internazionale – la proprietà fece un discorso alla presenza di tutti, dal management ai giocatori, spiegando di dover tentare di conseguire l’obiettivo dei play-off, a mio avviso utile a generare entusiasmo e a raggiungere una possibile soluzione di tutti i problemi, dalla vendita ai debiti. Dopo 3 giorni ci fu la pesante sconfitta interna con lo Spezia e una conferenza stampa nella quale venne detto che l’obiettivo principale dovesse essere la salvezza. Ciò creò qualche problema nelle trattative”. Le incomprensioni, poi, sono aumentate, accompagnate da fatti eclatanti come il pignoramento del cartellino di Cristian Galano e le pressioni del Comune di Bari per chiedere la restituzione di alcuni crediti, oltre ad alcune dichiarazioni in cui il management della società annunciava che i debiti reali fossero di circa 50 milioni di euro: il tutto è stato presumibilmente peggiorato dalla richiesta di concordato preventivo delle aziende dei Matarrese, che ha allontanato ulteriormente i potenziali acquirenti.

In soldoni, acquistare la società di Matarrese in un’asta fallimentare potrebbe essere un’affare. Per conservare la categoria, bisognerebbe però ultimare ogni passaggio burocratico e giudiziario entro il 30 giugno. Sul rettangolo di gioco, invece, è scontato dire che l’eventuale retrocessione in Lega Pro sarebbe fatale. “Oggi il Bari deve salvarsi – avverte Paparesta – perchè se va male, sarebbe tutto finito e non avremmo più motivo di parlare di trattative”.

 

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