Di Gioia presenta buyer cinesi
Al via la prima missione di 18 operatori commerciali provenienti da Hong Kong con il progetto di internazionalizzazione e valorizzazione del vitivinicolo e agroalimentare ‘Made in Puglia’, sostenuto dall’Assessorato regionale Agricoltura, la Camera di commercio italo orientale (Ccio) e l’Hong kong TDC (HKTDC). E’ stata presentata questa mattina in conferenza stampa a Bari, dall’Assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo di Gioia, insieme presidente della Ccio, Antonio Barile, e il direttore della HTDC, Gianluca Mirante
“Un’opportunità importante di business per i nostri imprenditori e produttori agricoli – ha dichiarato di Gioia -. L’attività di incoming è parte integrante delle strategie di valorizzazione e promozione delle nostre produzioni agroalimentari di qualità e delle imprese all’estero. Azioni che, come Regione, sosteniamo e incentiviamo sì da contribuire anche a migliorare il posizionamento sul mercato. Nel caso specifico, con la collaborazione della Camera di commercio italo orientale, è evidente l’attenzione manifestata dai mercati cinesi verso le nostre economie locali, e, in particolare, verso le produzioni enogastronomiche. Ma serve rafforzare questa linea, impiegando risorse per incrementare, soprattutto nei partner stranieri, la consapevolezza della varietà e qualità indiscussa dei nostri prodotti. Investire, dunque, in processi di internazionalizzazione ci serve a creare un ponte solido verso un mercato oggettivamente dominate e in crescita esponenziale, su scala mondiale, qual è quello cinese. A tutto vantaggio dello sviluppo del nostro territorio. Le imprese pugliesi che questi giorni accoglieranno gli operatori provenienti da Hong Kong, sono certo, sapranno cogliere questa opportunità nel medio lungo termine, investendo di più e meglio per la promozione e informazione, con il sostegno, tra le altre cose, anche del Programma di sviluppo rurale della Puglia”.
La delegazione di 18 buyer provenienti da Hong Kong sarà in Puglia per quattro giorni fino 1° luglio prossimo, con l’obiettivo, da progetto, di sviluppare e accrescere le basi per un contatto continuo con i potenziali compratori, al fine di creare un canale preferenziale di rapporto tra le imprese. La missione cinese coinvolge aziende pugliesi di produzione e/o trasformazione del prodotto agroalimentare, con particolare attenzione per il settore vitivinicolo. Sono 30 le aziende, selezionate in base alla richiesta dei buyer. Si tratta di realtà imprenditoriali che producono vini, prodotti alimentari di accompagnamento al vino, olive da tavola, conserve (salate), formaggi, salumi, olio, cioccolata, dolci e frutta secca, gelati.
“La Ccio prosegue nel suo impegno per proiettare l’agroalimentare pugliese sui mercati del l’estremo oriente – ha spiegato, nel suo intervento, il presidente della Ccio, Antonio Barile -. I paesi (Cina, Giappone, India, Indonesia ecc) che gravitano intorno alla più grande piattaforma logistica dell’area, costituita da Hong Kong, sono gli sbocchi più promettenti per il nostro vino e i prodotti tipici pugliesi. In particolare la promozione del vino pugliese in Cina può dare un una spinta a migliorare le posizioni del vino italiano in termini di export, che registrano un gap rispetto ad altri paesi produttori ed esportatori. Il vino italiano rappresenta solo il 7% delle importazioni cinesi, rispetto al 45 % della Francia, che come Italia invece battiamo in tutti gli altri mercati”.
“Crediamo nell’ottimo potenziale dei prodotti vitivinicoli e agroalimentari pugliesi da esportare nel mercato di Hong Kong – ha commentato il direttore Italia Hong Kong tdc, Gianluca Mirante -Ed è per questo che abbiamo voluto organizzare la missione di buyer per la prima volta in Puglia, grazie alla prezioso supporto della Regione Puglia e della CCIO. L’incontro con i buyer di Hong Kong sarà utile alle aziende pugliesi per conoscere le richieste particolari degli operatori, tuttavia sarà solo il primo passo per iniziare un percorso di crescita che dovrà necessariamente prevedere una presenza qualificata e ben presentata della Puglia a Hong Kong”. La giornata si è conclusa con una degustazione di vini a etichette nascoste, detta ‘blinding degustation’ o ‘alla cieca’, provenienti da tutti i territori della Puglia e con l’incontro B2B tra i buyers e i produttori pugliesi.
Cenni su import/export agroalimentare di Hong Kong
Hong Kong è un tradizionale esempio di economia basata sul libero scambio di beni e servizi, posizionata strategicamente alle porte della Cina. Una città che ha storicamente svolto la funzione di punto di collegamento tra la Cina ed il resto del mondo, diventando un centro mondiale per il commercio, le transazioni finanziarie e i sistemi di comunicazione.
L’effetto congiunto dei provvedimenti di liberalizzazione e della consapevolezza della salubrità di un consumo moderato di vino ha determinato un aumento in valore delle importazioni totali passando da 366,5 milioni di dollari USA del 2008 a 1,54 miliardi di dollari USA nel 2016 (dati ICE – Istituto Nazionale Commercio Estero). L’Italia mantiene il quinto posto tra i fornitori di Hong Kong, con un valore delle importazioni della città cinese pari a 35 milioni di dollari USA, registrando una ripresa dell’ 8% sul 2015. Rispetto al 2016, degno di nota è il dato proveniente dall’Australia, che nel periodo in esame ha registrato un incremento del 40%, posizionandosi come secondo Paese fornitore di Hong Kong, subito dopo la Francia che conferma la sua prima posizione come fornitore indiscusso di vino sul mercato di HK.
Negli ultimi anni, la “cultura” del vino é notevolmente cresciuta e gli importatori così come i consumatori locali hanno allargato i propri orizzonti e riconoscono e apprezzano vini provenienti da tutto il mondo. Il mercato del vino, specialmente nel mercato di fascia alta è stato a lungo dominato dal vino francese, con quote di mercato di circa il 40-50%, per via della lunga presenza e la radicata fama dei vini francesi. Secondo i dati sulle importazioni in valore, anche nel 2016, la Francia si conferma per valori al primo posto tra i Paesi fornitori, sia per il vino rosso che per il bianco
Il mercato del vino italiano ad Hong Kong si sta sviluppando costantemente negli ultimi anni, anche in conseguenza dell’aumento del numero di ristoranti occidentali/italiani presenti sul territorio e dell’influenza della cultura e dello stile di vita occidentale sulle nuove generazioni, tanto che sempre più persone desiderano provare la nuova esperienza del vino. Spesso i consumatori di vino ad Hong Kong dichiarano: “So che esistono numerosi ottimi vini italiani, ma non so come distinguerli e apprezzarli. Inoltre, le etichette sulle bottiglie sono troppo complicate e difficili da capire”. In un certo senso questo commento riflette l’atteggiamento positivo dei consumatori di Hong Kong nei riguardi dei vini italiani. Tuttavia, di fronte alla forte concorrenza dei vini francesi di fama internazionale e alla concorrenza a livello di prezzo dei vini australiani, cileni e americani, le cantine italiane non possono limitarsi ad “essere comprate”, avendo cioè un atteggiamento passivo ma, per guadagnare maggiori quote di mercato, che effettivamente possono essere conquistate, devono affrontare il mercato con strategie mirate, affidandosi anche all’esperienza ed ai suggerimenti degli importatori locali. Secondo quanto sostenuto dagli importatori, nei prossimi anni la quota di mercato dei vini italiani è destinata a crescere, data l’attuale quota troppo ridotta e poco in linea con la qualità del vino. Il vino italiano sta seguendo il cosiddetto “Percorso del Gusto”, secondo cui si passa da una fase iniziale in cui il consumatore predilige il brand, ad una in cui si interessa ad un vino più importante e strutturato ed anche alla ricerca di prodotti biologici e biodinamici. Secondo le previsioni degli importatori nel breve periodo la quota di mercato dei vini italiani potrebbe raggiungere circa 5-6% in più delle attuali quote per crescere progressivamente.
Ecco le ragioni dell’impegno della Camera di Commercio Italo Orientale che propone strategie mirate per incentivare il contatto tra importatori e aziende pugliesi. La lungimiranza dell’Assessorato regionale alle risorse agroalimentari completa il cerchio di azione che vede le istituzioni e le imprese lavorare fianco a fianco in sinergia per massimizzare i risultati di questo sforzo comune teso ad agevolare l’ingresso dei nostri prodotti in un Paese dove i margini di ingresso sul mercato sono sicuramente alti.