‘Giù al Sud’, il nuovo album dei Terraròss
A seguito di un incontro a Roma tra Dominique Antonacci e Giuseppe De Santo, nel 2006 a Palagianello (Ta), ha avuto inizio il percorso musicale dei Terraròss, suonatori e menestrelli della bassa Murgia con l’intento non solo di proporre della musica ma anche di a riscoprire e dare nuovo valore alle nostre tradizioni, a quella che era la cultura di un tempo andata ormai perduta.
Dal 23 maggio è in vendita su Ebay.it e su Amazoon.com “Giù al Sud” il quarto lavoro discografico dei Terraròss, 18 tracce inedite e cover, che rendono omaggio alla tradizione musicale meridionale e alle bellezze del Sud, ricco di tradizioni, colori e musica, edito da Stranamente Music, il cui filo conduttore è un “chep canèl”, ovvero le feste in cui ci si riuniva tutti intorno e si cantava, si raccontavano storie, nel quale partecipano una serie di amici provenienti dal meridione che si ritrovano in un’ipotetica Milano.
“In origine questo album – spiega il frontman del gruppo Dominique Antonacci – aveva il nome di Chep Canèl, poi abbiamo cambiato, mantenendo però l’idea iniziale di questa gente meridionale che si incontra su al Nord e fanno una cena tutti insieme. Durante questa cena, dal parlare, vengono fuori le canzoni, ovvero situazioni diverse, varie storie. Ogni brano tratta qualcosa del Sud”.
Questo lavoro, ricco di riferimenti musicali, omaggi, innovazione e tradizioni, è composto da brani e intermezzi, ovvero dialoghi che anticipano le canzoni. Queste, 14 in totale, sono principalmente tarantelle, tamburiate e pizziche, ma non mancano influenze blues, world ed elettroniche. Infatti oltre a strumenti antichi come la lira, uno degli strumenti più antichi d’Italia che ha dato il nome al vecchio conio, una specie di violino piccolo a tre corde e con un suono stridulo ma d’impatto, in “Giù al Sud” sono utilizzati in alcuni brani le tastiere elettroniche e i synth.
“Il disco musicalmente è differente da tutti gli altri che abbiamo fatto. A livello di sonorità si affaccia alla word music. È più vicino al pop e tende a distanziarsi dalla musica popolare. Abbiamo anche un brano che è un mezzo blues e che richiama la musica tradizionale d’oltre oceano”.
Nell’album, in cui sono trattate tematiche come la violenza sulle donne e l’inquinamento, oltre a musiche immancabili proposte con il classico e coinvolgente stile Terraròss, ci sono due omaggi a due grande artisti che hanno contributo allo sviluppo della musica italiana, ovvero a Renato Carosone, con la cover di “O Saracin” e a Domenico Modugno con il nuovo arrangiamento di una sua pizzica poco noto ai più, “Tambureddu”. Molti sono anche i riferimenti agli anni ’70 e ‘80, tra cui il richiamo a YMCA di “I.L.V.A. (Istituzione Legale Vergogna Ambientale)”, primo estratto del disco e quello al celebre motivetto di Pierino, tradizionale figura di molte barzellette italiane, interpretato da Alvaro Vitali, nella canzone “Flon”. Guardando alle tradizione meridionale, si è scelto di dare spazio anche alla musica neomelodica napoletana con “È bella la signora” e al Griko, lingua della Grecia salentina con “Kalinifta”. Il legame tra tradizione e innovazione prosegue anche nella vendita. Infatti, seguendo le nuove tecniche commerciali, dal 10 giugno l’album sarà disponibile anche su iTunes.
Info: www.terraross.it