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Gli attivisti dell’associazione ‘Mariateresa Di Lascia’ in visita al carcere di Foggia

Detenuti in sovrannumero, guardie penitenziarie assolutamente insufficienti, condizioni generali di degrado e scarsa assistenza medico-sanitaria. E’ il quadro che hanno potuto ‘ammirare’ gli attivisti dell’associazione radicale Mariateresa Di Lascia durante la visita di ieri al carcere di Foggia. La struttura riesce ad ospitare 270 detenuti, in tempi passati si è arrivati addirittura a quota 800; oggi ce ne sono 520, a fronte di una capienza ‘tollerabile’ di 540. Numeri, questi, che fanno a cazzotti tra di loro.
“E’ tutto molto semplice. – si legge in una nota dell’associazione – Nel carcere di Foggia i detenuti vivono male, in condizioni che potremmo tranquillamente definire degradanti e disumane, costretti a condividere piccoli e sporchi spazi per quasi tutte le ore del giorno e della notte”.
Poi, nello specifico, l’associazione spiega le condizioni dei vari settori della struttura: “I detenuti hanno docce comuni fuori dalle celle, sporche e malandate, in cui spesso non c’è l’acqua calda. Nel carcere fa freddo. La differenza di temperatura tra esterno e interno non si avverte. I detenuti non svolgono in massima parte alcuna attività lavorativa. Se si eccettuano pochissimi impegnati in cucina, o come scopini e quei fortunati, una decina forse, che svolgono attività all’esterno, tutti gli altri trascorrono, le ore, i giorni, le settimane, i mesi e gli anni della loro detenzione a non far nulla, se non litigare tra di loro, mangiare, giocare a carte, pochi, pochissimi a leggere”.
Gli stranieri, in totale, sono 88, gli Under 21 sono 55, ben 136 sono seguiti dal presidio del SERT, e 12 di questi sono trattati con metadone o similari. Due persone sono costrette alla carrozzella, ed uno è in dialisi. Altri lamentano varie patologie, e tutti i detenuti si lamentano dell’assistenza medica. Gli operatori sanitari si lamentano delle condizioni in cui sono costretti a lavorare, per la carenza del personale e la mancanza di un servizio di reperibilità, costretti quindi a veri e propri tour de force.
“Nel carcere di Foggia è possibile- continua la nota – effettuare visite specialistiche con l’infettivologo, l’ortopedico, il fisiatra, l’oculista, l’internista, il radiologo. Non c’è il ginecologo, nonostante vi sia un reparto femminile. E’ possibile fare esami radiologici, ma una volta attivati i macchinari, “salta il contatore”. Così come non si riescono a fare gli interventi odontoiatrici perché spesso i macchinari sono fuori uso. La farmacia territoriale fornisce unicamente determinate tipologie di farmaci e non tutti quelli disponibili normalmente in commercio”. E se qualche detenuto si ammala, è costretto a stare nella sua cella, non essendoci una infermeria con letti di degenza.
Infine, il reparto femminile: attualmente ci sono 26 detenute, di cui 6 definitive, 3 ricorrenti, 16 in attesa di giudizio. I reati prevalenti sono legati all’uso di droghe e alla prostituzione, molte sono le straniere, che spesso parlano pochissimo l’italiano. Il bicchiere mezzo pieno è che il reparto del gentil sesso è un gioiello rispetto agli altri reparti del carcere: pulito, decoroso, anche se anche qui le detenute hanno le docce fuori dalle celle.

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