Gli psicologi nell’equipe per la pet therapy
“Un altro importante risultato, soprattutto per le potenziali ricadute in ambito occupazionale, è stato raggiunto in questi giorni con l’istituzionalizzazione della figura dello psicologo nella equipe multidisciplinare per gli Interventi Assistiti con gli Animali”. Il Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Puglia Antonio Di Gioia, all’indomani dell’approvazione di una Legge Regionale in materia di terapia assistita con gli animali, illustra gli obiettivi perseguiti a livello regionale nella costante attività a favore della professione di psicologo. L’Ordine degli Psicologi, attraverso un puntuale confronto durante la fase di stesura del testo normativo, ha fortemente voluto che fosse riconosciuto il ruolo dello psicologo nell’ambito di una tipologia di intervento che ha funzione preventiva, riabilitativa, socio-sanitaria ed educativa. Merito del Consiglio Regionale della Puglia è stato quello di saper ascoltare ed accogliere le istanze ivi presentate. Diversi i campi di applicazione della pet-therapy, una pratica terapeutica che produce eccellenti benefici anche a favore di soggetti che soffrono di patologie psicologiche e che coinvolge più professionisti del settore per un’assistenza completa.
“Trattandosi di interventi prevalentemente diretti a persone con disabilità fisica e psichica – si legge all’articolo 4 comma 5 – si propongono interventi coordinati, come previsto dalle linee guida, da un ipnoterapista che sia una figura professionale esperta in trattamento di patologie e disabilità psichiche e/o psicomotorie e nel trattamento di disabilità fisiche”.
“Con questa Legge – afferma Di Gioia – ancora una volta vengono valorizzate le competenze professionali degli psicologi come promotori del benessere. Un traguardo raggiunto proprio in prossimità del Mese del Benessere Psicologico, che ci vede impegnati nella diffusione della cultura del prendersi cura di se stessi. È importante che le singole persone comprendano il valore del supporto psicologico nelle diverse sfere della vita quotidiana come prevenzione del disagio, prima che come cura. È importante, nel contempo, che questo riconoscimento continui a realizzarsi a livello istituzionale, all’interno di testi normativi che ne sanciscano i campi di applicazione”.