Grande afflusso di visitatori al Musma durante le festività pasquali e i ponti del 25 aprile e del Primo Maggio
Sono stati 909 i visitatori che hanno scelto di visitare il MUSMA. Museo della Scultura Contemporanea. Matera, tra il 18 aprile e il 4 maggio 2014, in concomitanza con le festività pasquali e con i due ponti del 25 aprile e del 1 maggio. Nonostante la crisi e le poche risorse finanziarie a disposizione, il MUSMA si conferma un museo in costante crescita attirando in egual misura visitatori italiani e stranieri, questi ultimi di nazionalità soprattutto francese. Gli spazi di Palazzo Pomarici, le opere della collezione permanente e la mostra temporanea dedicata a Maria Lai hanno suscitato apprezzamenti entusiasti. “Una meravigliosa scoperta. Grazie per l’immenso lavoro”, “Bellissimo museo, anche a misura di bambino, mio figlio si è divertito in modo intelligente e creativo e bravissime le educatrici didattiche”, “Un museo magnifico, Maria Lai è la gemma all’interno”, “Lo stupore dell’anima”, sono solo alcuni dei commenti raccolti in questo periodo sul Libro degli ospiti.
Grande curiosità e partecipazione anche da parte dei bambini per l’attività ludica di Pasqua Il volo del gioco dell’oca, in cui i piccoli partecipanti si sono confrontati con il mondo di Maria Lai e con le domande che l’artista poneva, attraverso il gioco, prima a se stessa e poi agli altri sull’arte e sulla vita. I bambini, con osservazioni curiose e brillanti, hanno dato ancora una volta prova di quanto l’arte sia fondamentale per la loro formazione.
In questo inizio di Primavera l’arte ha davvero “preso per mano” i visitatori, parafrasando le parole di Maria Lai, conducendoli alla scoperta di un luogo come il museo, in cui apprendere nuove conoscenze e accogliere nuovi stimoli, e della sua opera che col passare degli anni si rivela un tassello importante della storia dell’arte del ‘900. Un segnale molto significativo quello dell’incremento del numero dei visitatori del MUSMA, in linea con il generale aumento di fruitori nei musei italiani. Un dato da analizzare con scrupolosa attenzione e che lascia ben sperare in un futuro in cui l’Italia possa ripartire dal patrimonio culturale, sua principale fonte di ricchezza economica e intellettuale.