Grande successo a Melpignano per la ‘Notte della Taranta’
E’ stata la notte della musica salentina e dei suoni balcanici. Delle danze sincopate e dei balli gitani. Violini, viole, contrabbassi, percussioni, ma soprattutto tamburelli hanno accompagnato le più belle canzoni in griko, il dialetto della Grecia salentina. Da sabato sera fino all’alba, quando il sole ha dominato sul concertone della ‘Notte della Taranta’ e ha scacciato i ‘tarantolati’. Circa 120mila gli spettatori che hanno ballato sulle note del maestro Goran Bregovic.
Unico, piccolo ‘neo’: Simona Manca, vicepresidente della Provincia di Lecce, ha contesta la scelta di far eseguire la canzone “Bella ciao”alla fine del Concertone: “La Notte della Taranta, ancora una volta, è stata uno spettacolo eccezionale, con il quale il Salento puntualmente celebra la sua cultura e la sua identità. Ma, anche senza l’intrusione di ‘Bella Ciao’, sarebbe stato un evento ugualmente bello e coinvolgente”.
“Stiamo parlando di una canzone che celebra valori che appartengono a tutti gli italiani – ha spiegato Manca – e che è figlia di un periodo storico fondamentale nel processo di costituzione della nostra Repubblica e dei suoi principi in cui tutti ci riconosciamo in maniera assoluta e convinta. Una canzone, peraltro, sempre molto piacevole da ascoltare. Sfido chiunque, però, a smentire che negli anni “Bella Ciao” sia diventata inequivocabilmente la canzone di una precisa parte politica del nostro Paese, sigla di decine e decine di Feste dell’Unità, di manifestazioni della Cgil e di qualunque evento della sinistra italiana. Mi chiedo, quindi, l’opportunità di celebrare questo inno politico nel festival della tradizione musicale salentina, che è patrimonio culturale di tutti. Ho ravvisato una sconvenienza e una irragionevolezza di fondo nel suggellare oltre tre ore di musica popolare e di sonorità e atmosfere balcaniche con “Bella Ciao”. Non credo che alcun vecchio cantore di pizzica sarebbe contento di veder associati i brani della tradizione a simboli politici, che siano di sinistra, di destra o di centro”.