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Grande successo per la presentazione del dizionario etimologico e del dialetto parlato di Massafra

Un attento ed entusiasta pubblico pluri-generazionale (dai nonni ai nipoti) ha gremito il Teatro Comunale di Massafra, nel quale il prof. Roberto Caprara ha presentato martedì scorso, 29 gennaio, il primo di due volumi del suo “Dizionario etimologico del dialetto parlato a Massafra e dei dialetti dell’Arco Jonico delle Gravine”.

“Un serata che ha dato a tutti (come ha fra l’altro detto la brillante, brava e simpatica conduttrice della serata, la giornalista di Studio 100 Nicla Pastore) l’opportunità di ricongiungerci con il nostro passato, con la nostra storia, la nostra identità”.

Presentazione di un volume che è diventata una festa d’alta cultura e dell’orgoglio dell’identità massafrese.

“Questo lavoro è un atto dovuto alla terra nella quale sono nato e dove ho vissuto la prima metà della mia vita (ha scritto, infatti, il prof. Caprara all’inizio dell’introduzione del volume), e dalla quale vivo lontano ormai da moltissimi anni, ed è un ritorno alle origini, perché io sono nato al mondo della scienza come linguista e non come archeologo, attività per la quale sono invece conosciuto da lungo tempo”.

Un dizionario, quello presentato che non è un “semplice vocabolario bilingue”), pur contenente vocaboli dialettali, sia pur arricchiti della loro etimologia e le corrispondenti voci italiane, ma è un libro ampio e complesso nel quale il lettore potrà trovare uno spaccato della plurimillenaria civiltà del territorio.

Quasi tutte le voci, infatti, sono illustrate da proverbi e modi di dire, nei quali si è raccolta la sapienza popolare nei secoli, e da versi di poeti dialettali, dall’Ottocento ai giorni nostri, attraverso i quali si è trasmessa “la ricchezza del nostro linguaggio materno”.

Molti lemmi sono ampi capitoli di storia e di cultura che per il nostro territorio massafresse ed jonico è stata fondamentalmente contadina ed artigianale e che oggi è quasi completamente scomparsa, sotto l’urto di modelli culturali alieni che hanno battuto in breccia tradizioni secolari proponendo come unico valore il denaro, comunque guadagnato, ed un consumismo sfrenato, in conseguenza di un liberismo senza regole che ha portato all’attuale crisi che, prima ancora che crisi economica, è crisi di valori.

Ma perché il prof. Caprara ha scritto quest’opera? L’ha detto con chiarezza didascalica lo stesso autore, persona molto generosa che mette a disposizione tutto il suo sapere, per dire che: il dialetto è una lingua romanza autonoma dall’Italiano, e che non v’è differenza, dal punto di vista scientifico, fra lingue e dialetti, ed ha citato Weinreich linguista lituano che ha detto “Una lingua è un dialetto con un esercito ed una flotta”; perché si salvi un patrimonio di tradizioni e di cultura, che è ricco e complesso, e di cui fanno parte anche la musica, la danza, le arti visive, che da sempre insieme hanno raccontato la storia della gente e del suo territorio, trasmettendoci in una narrazione epica messaggi e contenuti che collegano passato e presente, dandoci il senso della storia cantata da aedi, musici, menestrelli, che le arti visive riassumono con i toni morbidi del ricordo ed i colori accesi della nostra terra; per ravvivare l’orgoglio di appartenenza che si sviluppa in cerchi concentrici : famiglia, amici, paese, area linguistica, provincia, Regione, Italia, Europa, Mondo.

Il prof. Caprara ha anche detto che ha scritto quest’opera non per i linguisti, che pure vi troveranno ineccepibile impianto scientifico, ma per i vecchi che vi troveranno forme conosciute e forse obliate; per le donne, perché sono in famiglia le custodi della memoria; per i giovani, perché tornino a coltivare la ricchezza del bilinguismo; per gli insegnanti, che sono il presidio della cultura. La serata si è aperta con la visione di un passato che ha unito arti visive (suggestiva la scenografia dell’artista Nicola Andreace, che ha anche dato le immagini per illustrare il Dizionario), musica (apprezzato preludio del fisarmonicista M° Antonello Tannoia anche con la partecipazione della sua Piccola Orchestra Agorà) e danza etnica (Angelica Cardone con alcune componenti dell’Associazione Culturale Dianysiakos, da lei stessa presieduta, ha evidenziato un intreccio tra storia del territorio, origini delle danze, canti popolari e folklore nella cui valorizzazione è impegnata da anni).

All’inizio della serata si sono susseguiti anche gli interventi-saluto del sindaco Martino Tamburrano, dell’assessore alla Cultura Antonio Cerbino e del Vescovo della Diocesi di Castellaneta, Mons. Pietro Maria Fragnelli. Tutti hanno espresso le loro congratulazioni al prof. Caprara non solo per questa sua ultima opera, ma per quello che è riuscito, e riesce, a fare culturalmente nella quotidianità. Sottolineato anche il momento importante che ha dato con questa opera alla città, agli appassionati e agli specialisti di vari paesi, che circondano Massafra, trasmettendo loro attraverso la radice linguistica (nonostante la globalizzazione, la televisione, internet,…), un grande patrimonio umanistico.

A congratularsi con il prof. Caprara (ha autografato tante copie fino a tarda notte) sono stati in tanti riconoscendola non solo come archeologo e studioso, ma anche come persona molto generosa che mette a disposizione tutto il suo sapere. Proprio come deve fare un vero uomo di cultura.

Nel corso della serata è stato anche messo in evidenza come la pubblicazione di così ampio respiro, concepita e prodotta a Massafra, sia stata frutto di un lavoro di squadra che ha visto insieme il prof. Roberto Caprara, l’editore Antonio Dellisanti (in 15 anni 130 titoli ed un giornale; erede senza saperlo di una tradizione di editoria sin dall’800), la Tecnografica di Piergianni Ardito (continua la tradizione di famiglia portando avanti la stamperia in modo artigianale ma anche moderno), il designer Nicola Andreace (grande maestro che ha contribuito alla realizzazione di questo libro), Vittorio Festa di Palagiano (minuziosa la sua revisione delle difficile bozze) e tanti altri che, in un modo o nell’altro, vi hanno collaborato. Ed il prof. Caprara li ha ringraziati tutti: Orazio Santoro, Franco Laterza, Attilio Caprara, Michele Masi, Loris Rossi, Giulio Mastrangelo, Umberto Ricci, Francesco Santoro di Crispiano, Gino Del Giudice di Statte, Rosaria Saccomanni e Franco Durante di Castellaneta, Valerio Rota di Mottola. Ha ricordato anche le opere dialettali degli scomparsi Espedito Jacovelli, Vincenzo Vinci, Paolo Catucci, Francesco Quarto,…

Un volume che consigliamo a tutti e che l’autore prof. Roberto Caprara sarà felice di poter autografare. Per informazioni, o richiesta di copie, rivolgersi ad Antonio Dellisanti Editore – Tel. Fax (+39) 099.880.57.61; e-mail: info@antoniodellisantieditore.it

Nino Bellinvia

 

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