BasilicataCultura

I castelli di Basilicata: il castello di Melfi

Eretto da Guglielmo d’Altavilla nel 1042, il castello di Melfi domina maestosamente, con le sue torri poligonali, la provincia potentina.

Nonostante la sua posizione strategica ed “inespugnabile” anche la città di Melfi, avvertì in passato la necessità di possedere una fortezza difensiva.

La costruzione, d’origine normanna, subì numerose modifiche in epoca angioina e aragonese: essa fu rimaneggiata nel 1229, rifatta nel 1282 e manomessa nel ‘500.

Il castello di Melfi appare un edificio non unitario, dall’aspetto quasi disordinato.

Esso è il frutto di secolari stratificazioni: il suo originale impianto normanno (a base rettangolare con quattro torrioni quadrati agli angoli) è stato completato, nel tempo, da uno spalto, da un fossato e da una cinta muraria fortificata da dieci torri quadrangolari e poligonali.

Nel secolo IX il fortino divenne di proprietà della famiglia Doria, che ne trasformò il corpo centrale per adattarlo a residenza signorile.
Il castello di Melfi fu sede, tra il 1059 e il 1101, di quattro concili papali, e venne utilizzato da Federico II di Svevia come residenza, prigione, tesoreria regia e deposito delle riscossioni effettuate in Basilicata.

Fu qui che il re di Sicilia, in collaborazione con Pier delle Vigne, redasse nel 1231 le Costituzioni Melfitane, il più grande monumento legislativo laico del Medio Evo.

Oggi il maniero presenta una cinta muraria con otto torri, ed è diviso al suo interno in due corpi principali: uno svevo con la Torre del Marcangione e l’altro frutto dell’ultima trasformazione in residenza.

Di proprietà del Ministero per i Beni e le Attività Culturali il castello di Melfi è attualmente sede del  Museo Nazionale del Melfese, nel quale sono esposti numerosi reperti archeologici provenienti dalle zone limitrofe.

Valentina Focaccia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *