I consiglieri lucani Lacorazza, Cifarelli e Marrese chiedono un confronto sul Piano Strategico e sulla programmazione
Aprire il confronto sul Piano Strategico e sulla programmazione.
Le varie crisi in atto e la particolare congiuntura economica, tra le altre cose fanno emergere in Basilicata la vacuità della strategia di crescita e sviluppo della regione e la conseguente carente programmazione e pianificazione delle risorse.
Il richiamo sistematico a Bardi ed al Governo regionale al rispetto dello Statuto per la elaborazione di un nuovo ed aggiornato Piano Strategico regionale non è per un capriccioso adempimento burocratico, bensì perché riteniamo urgente aprire una nuova stagione di confronto tra forze politiche in Consiglio regionale e tra queste e le parti sociali per assumere insieme la responsabilità del destino della Basilicata.
E’ questo lo spirito che ci anima; nella distinzione dei ruoli tra maggioranza e minoranza siamo pronti a dare il nostro contributo così come stiamo facendo sulla crisi Stellantis ed indotto ed in tutte le occasioni che ci vengono concesse, assegnando tuttavia al Consiglio regionale la funzione che merita sia nella sostanza, per rappresentanza, sia nella forma, per Statuto.
Per la prossima primavera è prevista la valutazione intermedia del ciclo di programmazione 2021/27. Occorre arrivare a quell’appuntamento con le idee chiare sulle esigenze della Basilicata attraverso un nuovo Piano Strategico avviando da subito la fase di ascolto di un rafforzato partenariato economico e sociale.
Questa è la ragione che ci ha spinto a proporre l’audizione in II commissione consiliare del partenariato economico e sociale per la programmazione 2021/2027.
Riteniamo indispensabile il contributo a questa fase delle parti sociali alle quali va dedicato più tempo ed assistenza, sia per mitigare il rapporto tra sovvenzioni e strumenti finanziari a sostegno delle imprese, sia per combinare i diversi strumenti di programmazione a sostegno dello sviluppo e del lavoro.
E infine, le aspettative determinate dai contratti di sviluppo e dall’area di crisi complessa, così come l’attesa per bandi che sarebbero dovuti uscire da tempo, necessitano di adeguate risposte.
Purtroppo 50 milioni delle “compensazioni ambientali”, rivenienti dagli accordi sul petrolio, sono stati spostati dalle imprese al deficit sulla sanità.
La risposta non si trova in retoriche scorciatoie, apparentemente pragmatiche, ma nella consapevolezza, per noi condivisa, che vi è l’urgenza di ricomporre una visione, darsi una strategia e mettere a terra politiche ed investimenti.
La nostra disponibilità al leale confronto collaborativo necessita di interlocutori di governo che garantiscano presenza e costanza, che assumano la centralità del Consiglio regionale come fondamentale per il confronto per una possibile revisione della programmazione e per una correzione di rotta sulla gestione.