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I dipendenti del 118 di Bari in rivolta

Il servizio del 118 di Bari è nel caos. La convenzione è scaduta e gli stipendi non vengono pagati da tre mesi. Il sindaco Michele Emiliano ha chiesto ieri ai 500 dipendenti del consorzio Emerpuglia di aspettare l’insediamento del nuovo direttore generale dell’Asl di Bari, Domenico Colasanto, per ottenere una nuova convenzione e il pagamento degli arretrati. «Non possiamo spegnere il 118 – ha detto Emiliano – sono come i semafori e i miei concittadini sarebbero i primi a pagarne le conseguenze. Il servizio va internalizzato. Spero di risolvere la questione in 48 ore». La Regione Puglia ha bloccato i pagamenti perché le associazioni non hanno versato i 3mila euro del documento unico di regolarità contributiva. Inoltre è scaduta la proroga della convenzione, firmata lo scorso 20 dicembre per 6 mesi. «L’ex direttore Nicola Pansini – spiega Gianluca Vurchio, uno degli operatori del 118 – ci aveva promesso il 23 giugno di pagare in via straordinaria le spettanze di aprile e maggio, ma i soldi non sono arrivati. Continueremo ad operare direttamente dalle associazioni, ma lo faremo solo con i volontari».«Siamo allo stremo – commenta Domenico Galizia, presidente di Emerpuglia – abbiamo debiti anche per la benzina delle ambulanze». A Bari ci sono 14 postazioni; 55 in tutta la provincia: ognuna costa 17 mila euro al mese ed è composta da 4 dipendenti, una media di 7 volontari più il personale medico dell’Asl.

Mariateresa Cotugno

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