I dipendenti della casa di riposo ‘Maria Consolatrice’ di Maratea in sciopero dal prossimo 30 giugno
I dipendenti della casa di riposo ‘Maria Consolatrice’ di Maratea hanno deciso che dal 30 giugno si asterranno dalle prestazioni d’opera, nel caso in cui l’amministrazione non corrisponderà loro le spettanze arretrate ed il versamento dei contributi previdenziali. La fondazione, infatti, ha molti debiti, oltre ad una gestione di cassa corrente perennemente in passivo. A darne la notizie è stata la Fp Cisl, con un comunicato firmato dal segretario regionale, Elisabetta Pennacchia.
“Sulla scorta dell’impegno preso dal governatore Marcello Pittella di erogare un contributo regionale – si legge nel comunicato – chiediamo che si trovi una soluzione definitiva e ad horas, perché la certezza è che si stia perdendo tempo senza risolvere nulla. Chiediamo che immediatamente vengano pagate almeno due delle mensilità arretrate avanzate dai lavoratori, i quali hanno comunicato che incroceranno le braccia, a prescindere dalle regole vigenti, senza garantire i servizi minimi essenziali, e a prescindere anche dai chiarimenti forniti loro dalle OO.SS. in merito al blocco delle attività senza preavviso e alle procedure di raffreddamento”.
Per la Fp Cisl, una soluzione immediata può essere quella di un prestito bancario, acceso dalla Fondazione, a gravare sulle sue proprietà immobiliari, per avere la liquidità immediata necessaria ad ovviare alle emergenze e pagare i lavoratori. Oppure mettere mano ad un piano complessivo di riassestamento finanziario e di riorganizzazione che la stessa Cisl è pronta a discutere e che vada a definire una volta per tutte una vertenza complessa.
“Nonostante la nostra assidua presenza ed il nostro impegno nel cercare di conciliare le esigenze di lavoratori e amministrazione, sono anni che la questione non trova una soluzione che garantisca sia la tranquillità agli operatori e agli utenti, che certamente non hanno colpa, sia una corretta e competente gestione presso una struttura così importante per il territorio di Maratea. – continua la nota – Non si riesce davvero a comprendere il motivo per cui tutti i soggetti interessati, Comune di Maratea, Regione Basilicata e Fondazione, non vogliano cogliere la gravità della questione, sia sotto il profilo occupazionale sia sotto il profilo di servizio, e non vogliano condividere, con la costituzione di una task force, una soluzione rapida per superare questa fase di crisi, per poi definire un progetto di investimento futuro utile alla città di Maratea e a tutto il territorio del Lagonegrese. Se nessuna soluzione verrà immediatamente promossa da tutti i soggetti interessati, la scrivente organizzazione sindacale non esclude, oltre ad azioni legali a tutela dei lavoratori, anche l’attivazione di misure più incisive presso le autorità competenti”.