I lavoratori della Filanto manifestano per l’indennità
I lavoratori del Gruppo Filanto passano dalle parole ai fatti, ed hanno proclamato una giornata di mobilitazione per denunciare una situazione ormai intollerabile. Un grave stato di disagio determinato dalla sospensione, da oltre 6 mesi, degli strumenti di sostegno al reddito, ma anche per chiedere soluzioni soddisfacenti in tempi brevi.
Nessuno coro né protesta veemente, ma solo una rabbia repressa. Da quando le 5 società del gruppo (Filanto spa, Tecnosuole srl, Zodiaco srl, Lavor srl, Italiana Pellami srl) assieme all’azienda Tessiltech hanno presentato la richiesta di concordato preventivo per poter usufruire degli ammortizzatori sociali, la situazione è peggiorata. Si parla della cassa integrazione straordinaria: l’accesso per la proroga della cassa in deroga, infatti, è sbarrato dalla nuova soglia posta dalla Regione Puglia. E di ammortizzatori sociali ordinari si è già fatto ampiamente uso. Un intoppo di natura burocratica potrebbe causare un danno sociale di enorme portata: perché dalla presentazione della richiesta fino all’accettazione del Tribunale sono già trascorsi oltre 90 giorni, ed in questo lasso di tempo a nessuno di loro è stato versato un soldo. Come se non bastasse, il ministero del Lavoro ha fatto sapere che la decorrenza della cassa partirà dal decreto di approvazione, e non dalla data di presentazione della domanda.
“La bomba sociale è sul punto di esplodere” è la minaccia dei sindacati, che vivono quotidianamente, sulla propria pelle, lo stato di allarme che ha raggiunto il livello di massima allerta. Si è di fronte ad un bivio: correre ai ripari oppure subire la rabbia che monta ogni giorno, col rischio di assistere ad una protesta civile. “Questa è l’emergenza che occorre immediatamente tamponare – aggiungono i sindacalisti durante l’incontro che si è tenuto presso il palazzo comunale di Casarano – ma non siamo affezionati alla questione della cassa integrazione. Bisogna puntare sul lavoro, attraverso una programmazione sinergica, di lungo respiro, che coinvolga ogni livello istituzionale”.
Nel caso specifico dell’azienda Filanto, una delle aziende più importanti del Mezzogiorno italiano, però, nessun posto è stato perso a causa dei licenziamenti. Resta il fatto che c’è stato un vistoso calo dei dipendenti, passati da 3mila a poco più di 130 nell’arco di 10 anni.