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I parlamentari del PdL protestano davanti alla Procura di Milano

Il PdL protesta silenziosamente davanti alla Procura di Milano per sostenere il leader Berlusconi e l’eco della manifestazione arriva anche in Puglia. Un botta e risposta tra il governatore pugliese e leader di Sel, Nichi Vendola, e il senatore del Popolo della Libertà, Luigi D’Ambrosio Lettieri, che si è consumato nell’arco di poche ore. Berlusconi, indagato nel processo ‘Ruby’, nel corso del quale il pm Ilda Boccassini potrebbe richiedere la condanna del leader del PdL, aveva chiesto ai suoi parlamentari di non prendere parte alla manifestazione prevista nei pressi del Tribunale di Milano, ma la sua richiesta è stata disattesa; il Cavaliere, comunque, ha ringraziato tutti i parlamentari pidiellini per la loro dimostrazione d’affetto e di fiducia.

Vendola, a proposito della protesta del centrodestra, ha commentato: “La manifestazione davanti al Tribunale di Milano è un assedio eversivo nei confronti della magistratura italiana ed un’immagine terribile di un paese che va a picco. L’iniziativa del Pdl nel Tribunale di Milano è intollerabile; in questo momento serve una classe dirigente in grado di salvare il Paese”. Vendola, poi, ha chiosato: “La crisi della democrazia si salva con la democrazia”.

La risposta del PdL non si è fatta attendere, e, come detto, è stato Letteri ha ribattere alle affermazioni del Presidente della Regione Puglia: “Vendola ha una idea bizzarra e familistica di democrazia, giustizia e rispetto delle istituzioni. Chissà perché, secondo il presidente della Puglia, la civile manifestazione dei parlamentari del PdL a Milano è un pericoloso tentativo eversivo. Quando è lui a mettere in discussione l’operato di un magistrato, come ha fatto da presidente della giunta regionale indagato, scrivendo una discutibilissima ed intimidatoria lettera aperta al pm che lo accusava, allora si tratta di legittima difesa. Quando poi sono alcuni magistrati, prima impegnati in delicatissimi processi a carico di uomini politici del centrodestra, a lasciare temporaneamente la toga per diventare assessori della sua giunta, allora si tratta di libero arbitrio. E quando qualcuno si permette di chiedere conto della sua menzogna sui rapporti di conoscenza col giudice che l’ha assolto, allora è persecuzione. Il presidente della Regione Puglia farebbe bene a consegnarsi al silenzio. Di eversivo c’è solo la sua faccia tosta, con cui continua a sfoggiare una trasparenza inesistente e a sfidare la pazienza dei pugliesi e degli italiani”.

 

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