I Sindaci della Val D’Agri chiedono ad Eni di garantire ricadute su tutto il territorio”
Lavorare congiuntamente affinché le ricadute delle attività Eni, le presenti come le future, siano colte, sia pur con gradualità, su tutto il territorio della Val d’Agri. E’ il punto su cui si sono ritrovati i sindaci dei dieci comuni della Media e Bassa Val d’Agri (Domenico Esposito di Sant’Arcangelo, Senatro Vivoli di Missanello, Pasquale Sinisgalli di Gallicchio, Luigi Di Lorenzo di Aliano, Michelino Lammoglia di San Martino D’Agri, Giuseppe Filippo di Gorgoglione, Giulio Emanuele di Roccanova, Rocco Rosano di Castelsaraceno e Claudio Borneo San Chirico Raparo) e l’Eni (rappresentato dalla vicepresidente delegata ai rapporti con gli enti locali Enrica Barbaresi e dal direttore del Distretto Meridionale, Ruggero Gheller), nell’incontro convocato dal presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo dopo che i primi cittadini avevano sottolineato come a valle delle recenti selezioni la parte più consistente dei nuovi assunti fosse risultata proveniente proprio dai centri dell’Alta Val d’Agri in cui Eni ha propri insediamenti. E il principio dell’”irraggiamento a centri concentrici” delle ricadute i sindaci lo hanno proposto come sistema da prendere a modello per costruire, sotto tutti gli aspetti, un meccanismo di governo nel fenomeno all’interno della valle, in modo da continuare a garantire una posizione unitaria del territorio pur nel rispetto delle specificità e delle diverse problematiche dei singoli centri.
Quanto alla questione che più direttamente coinvolge le scelte dell’Eni, nel corso dell’incontro la Compagnia ha illustrato le modalità di selezione, facendo emergere come il risultato delle assunzioni sia direttamente proporzionale al numero di candidature venute dai diversi territori. Dati rispetto ai quali i sindaci hanno osservato che anche la sproporzione nelle domande pervenute potrebbe celare un fattore da correggere, essendo probabilmente frutto di una maggiore diffusione delle informazioni sulla selezione (oltre a quelle fatte a mezzo pubblicazioni sui giornali) nei centri con insediamenti diretti Eni. Il risultato è stata la comune determinazione a dar vita a momenti informativi che coinvolgano tutti i centri, accompagnata dalla richiesta dei sindaci della Media e Bassa Val d’Agri, accolta dalla Regione, di un più assiduo coinvolgimento al “tavolo della trasparenza” a cui si è dato vita con le intese sul Contratto di settore.
Se la partita delle ultime 49 assunzioni Eni adesso si è chiusa, all’orizzonte nell’immediato c’è già quella più consistente delle centinaia di unità necessarie alle aziende dell’indotto per la realizzazione della quinta linea di trattamento olio, nel medio periodo quella legata ad ulteriori possibili potenziamenti degli impianti e, in prospettiva, il grande tema dell’occupazione in settori collaterali che la Compagnia potrebbe portare in Basilicata nell’ambito delle così dette intese del “Memorandum”. In proposito, i comuni si sono detti in linea con la visione della Regione che porta a chiedere all’Eni di non operare come un mero erogatore di royalty ma un agente di sviluppo. La compagnia ha risposto annunciando di aver dato seguito alla richiesta della Regione di realizzare un polo della chimica verde in Basilicata sottoponendo alla stessa Regione un’ipotesi di lavoro.
Nel chiedere che anche queste future attività coinvolgano l’intera valle, i sindaci hanno però sottolineato come la subordinazione del progetto all’attuazione del memorandum, in un momento in cui l’intera partita è tenuta bloccata dalla mancanza di un Governo nazionale, possa rappresentare un fattore di debolezza. E, ancora, gli esponenti dell’Eni si sono anche impegnati a favorire intese e contatti tra le amministrazioni municipali e le aziende dell’indotto, al fine di diffondere in tutta la Valle la conoscenza delle opportunità di lavoro presso queste realtà industriali, che a volte procedono con assunzioni dirette.
I primi cittadini hanno chiesto un coinvolgimento attivo anche per la promozione delle produzioni locali, con punti vendita nelle reti autostradali, dove, però, ha chiarito la compagnia, non esistono spazi a gestione diretta Eni.
“Ciò che emerge in generale dalle varie istanze avanzate in questi mesi dagli amministratori della Valle – ha osservato il presidente De Filippo – è una visione unitaria della Val d’Agri che con lo schema dei ‘cerchi concentrici’ prova a costruire un modello di funzionamento equo che la Regione non può non condividere, approvare ed apprezzare. Per questo – ha concluso – oltre a garantire che l’Eni lo recepisca, dobbiamo lavorare a meccanismi di funzionamento che coinvolgano le opportunità di sviluppo, di occupazione e anche di compensazione che recepiscano queste volontà e le trasformino in certezze”.