I temi agricoli entrino nell’agenda del prossimo Consiglio Regionale
L’agricoltura può rappresentare per la Basilicata una grande opportunità o un altrettanto grande problema e per questo è necessario mettere in campo politiche mirate decise e consistenti che portino il settore a svilupparsi e far fiorire la collegata industria. Diversamente si assisterà ad un lento quanto inesorabile declino, con la conseguente perdita non solo di economia e lavoro, ma anche di tipicità e tradizioni e le produzioni alimentari, e lo stesso concetto di sicurezza alimentare, saranno piegate alla logica dei costi. L’indebolimento del settore avutosi negli ultimi anni è evidente. I dati mostrano prezzi all’origine ridotti dell’1,8% parametrati al 2000 con costi aumentati del 28%, quindi vi è un’agricoltura Lucana con un calo dei ricavi al 2013 di circa il 20% rispetto al 2000/2004.
Il contesto istituzionale, normativo ed economico, rende chiaro come la soluzione ai problemi dell’agricoltura lucana non possa essere immaginata e gestita all’interno dei confini regionali. Per questo è indispensabile riprogrammare la Politica Agricola Comunitaria , declinando quella appena licenziata da Bruxelles, in chiave Nazionale e Regionale,consapevoli come siamo che lo start della discussione non poteva che partire da noi e che i nuovi strumenti comunitari incideranno prevalentemente su tutti gli operatori del settore. Una PAC che deve diventare una vera e propria politica economica e non continuare ad essere un contenitore di sussidi che non riescono sempre a raggiungere gli obiettivi per i quali sono stati pensati. E a questi obiettivi comunitari devono essere anche pienamente accordate le politiche regionali di settore in modo da costituire un progetto unitario e coerente. In particolare, nella prossima legislatura regionale dovrà essere discussa tutta la nuova PAC, sia in termini applicativi che di programma.
Oltre alla fase programmatica e di definizione dei modelli, le politiche per l’agricoltura in Basilicata richiederanno anche una cura precisa e costante. Per questo bisogna avere la consapevolezza che la gestione della Pac e delle diverse fasi degli interventi richiede professionalità qualificate, per le quali non bisogna risparmiare. Per risparmiare, invece, bisogna mirare a portare a compimento la riforma della governance agricola e, ancor più alla riduzione del peso della burocrazia sull’economia dei campi. E’ inaccettabile, infatti, che 8 giornate al mese di un agricoltore, circa 100 all’anno, siano sottratte alla produttività per essere dedicate al disbrigo di pratiche. Questo costo, stimato in non meno di 7mila euro l’anno per le aziende più piccole (e circa due euro per ogni ora di lavoro, in media), diventa ancor più grande e insopportabile in una realtà come la Basilicata, dove agli adempimenti si uniscono le distanze e la scarsità di collegamenti, fattori che fanno crescere i costi e il tempo da dedicare alla sola burocrazia.
Per questo occorre aver ben presente che il sostegno all’agricoltura non può essere rappresentato dalla sola politica di contribuzione, certamente utile ma vanificata quando a fronte di aiuti si hanno spese e perdita di produttività delle aziende, ma deve mirare ad accrescere la competitività di un settore che può dare un forte contributo alla Basilicata.
Il sostegno dell’agricoltura,poi, passa anche attraverso una corretta erogazione dei servizi alla produzione. Tra questi non secondario è il tema dell’irrigazione che richiede efficienza e certezza tanto nel servizio quanto nella gestione dei costi.
Il settore primario, nel 2010, ha mostrato come sia quello a maggiori potenzialità di crescita occupazionale. Mentre si registrava una generale contrazione degli occupati di quasi due punti percentuali, l’economia dei campi ha visto crescere gli addetti del 3,3% e questo parallelamente ad una elevazione dei modelli di innovazione del settore che, inevitabilmente, hanno visto crescere la produttività pro capite e gli effetti sull’indotto. Questi ed altri temi , qui solamente accennati, sono elementi indispensabili per politiche che seriamente diano sostegno al settore primario. Affinché le istanze del mondo agricolo trovino spazio nel prossimo Consiglio Regionale è quindi necessaria non solo disponibilità ma anche competenza. Per questo imprenditori e addetti agricoli firmatari del presente documento sottolineano con forza la necessità che nel prossimo Consiglio regionale vi sia la presenza di un esponente del settore e, per questo, sostengono la candidatura di Carmine Miranda Castelgrande, candidato nelle liste del Pd, imprenditore agricolo serio e competente che sicuramente potrà farsi carico di sensibilizzare l’intera assemblea consiliare alle problematiche del settore.