I venerdì culturali di Presenza Lucana: il presepe segno ed annuncio di speranza
Dopo la Festa dell’Immacolata a Taranto, ritorna nei “Venerdì Culturali di Presenza Lucana” la cartella “Tradizioni popolari” con un incontro legato alla più grande tradizione del mondo cristiano, quella della costruzione e rappresentazione della scena sulla Natività di Gesù con statuine artisticamente decorate e messe con cura in un paesaggio agreste.
L’appuntamento si è svolto Venerdì 10 Dicembre, presso la sede di Via Veneto 106/A a Taranto.
L’incontro ha avuto come protagonisti:
- Lo studioso di canti napoletani antichi, nonché cantautore: Mario Donatiello che ha presentato quattro brani dell’opera del teatro religioso di Andrea Perrucci, che rappresenta la nascita di Gesù e che risale al 1698.
- Il regista e attore, nonché poeta nella forma espressiva del nostro dialetto: Domenico Semeraro con quattro sue liriche sul Natale.
- Il dirigente dell’Associazione Italiana Amici del Presepio, sezione di Taranto: Michele Parabita.
- Lo studioso della tarantinità, in particolar modo per l’aspetto sia religioso sia tradizionale: Antonio Fornaro.
- Il collezionista e socio, Giorgio Amico, con l’esposizione di due pannelli raffiguranti santini con scene della Natività.
Hanno partecipato all’incontro l’Associazione Onlus Kerameion con l’artista tarantino Aldo Pupino e la presidentessa della Pro Loco di Lama, l’archeologa Giovanna Bonivento.
La serata ha avuto un’introduzione particolare, che ha catapultato l’ascoltatore già nel clima della festa con il canto “Nascette mmieze ‘o mare” seguita dalla lettura della lirica, “Presepe ‘e carteddate”.
Nel tempo, prendendo spunto dalle grandi raffigurazioni sceniche di presepi visibili presso il Museo di San Martino e presso molte altre Chiese di Napoli, è andata affermandosi sempre più l’arte di costruzioni dei presepi con raffigurazioni di personaggi aventi una simbologia ben precisa.
La tradizione del presepio classico prevede pochi personaggi ben individuati. Nel tempo le statue del presepio che erano, quasi, ad altezza d’uomo si sono andate, poco per volta, rimpicciolendo. Molti sono i presepi in pietra disseminati in varie chiese italiane. Importante è quello della Cattedrale di Matera, in Basilicata. In un secondo momento, a Napoli, sono state create dei manufatti che, opportunamente, rivestiti di stoffe hanno dato origine alle più belle statue che si possono ammirare dappertutto.
Il titolo dato all’appuntamento di Presenza Lucana, il dodicesimo del progetto “Ottobre piovono libri 2010” è: Il presepio, segno e annuncio di speranza, avente lo scopo di trasmettere la tradizione e la cultura del presepe ai giovani, rappresentandolo nelle case.
Nell’incontro il dirigente dell’Associazione Italiana Amici del Presepio, sezione di Taranto, Michele Parabita, oltre a dare dei cenni storici sulla nascita del presepio, ha spiegato che non è rilevante lo stile che si vuole, inizialmente, intraprendere nella costruzione, bensì è importante l’essenza e l’anima che il presepio rappresenta.
L’Associazione Amici del Presepio, nata a Taranto, per opera dell’artista Corrado Costa, nel 1978, ha annoverato e continua ad avere, tra le sue fila, bravi maestri presepisti ed è sempre alla ricerca di nuovi soggetti innamorati di questa tecnica e arte.
E’ da citare l’incontro tra Costa e Pasquale Antonicelli. A questi ultimi è da attribuire, intuizione geniale, la costruzione dei minipresepi, opere di piccole dimensioni che diventano dei veri oggetti di arredo durante tutto l’anno. Queste opere, dalle dimensioni ridotte, sono diventate costruzioni tipiche del nostro territorio.
Studiando i vari presepi si può segnalare nel presepio di Ricciardi, nel Museo di San Martino, datato tra il XVIII e XIX sec. una statuetta di un suonatore d’arpa. Nel presepio Cuciniello, vicino alla scena centrale dell’opera “La nascita” è rappresentata la figura di un arpista, unico musicista, con uno strumento a dieci corde. Erano questi musicisti originari di Viggiano.
Anche nel catalogo, a cura di Bruno Molajoli, della mostra a Palazzo Reale del 1950, dal titolo: “La scultura nel presepe napoletano del settecento” esiste una scena in cui è rappresentato un mercato con giocatori di carte e tre suonatori “viggianesi” (arpa, violino, viola).
Mi sono fermato da curioso e da lucano a questi personaggi, che rappresentano un pezzo della storia della regione Basilicata, seppur legata a un solo paese.
Antonio Fornaro, con la solita grinta, ha ricordato la tradizione della festa del Natale che si svolgeva nelle case della nostra città, in un periodo non tanto lontano dal nostro.
In circa cinquant’anni le tradizioni esistenti, legate alla famiglia, si sono, poco per volta, disgregate. Ora restano i ricordi narrati con amore da Antonio e da Domenico Semeraro con le sue poesie: “Na rumaste a Pasturale”, “Nun jè nu picce” e in chiusura “Quedda notte de Natale”.
Le note della chitarra ed il canto di Mario Donatiello hanno dato un tocco in più ad una serata di buon valore culturale. A Grottaglie è presente in questi giorni una mostra di presepi che si rifanno alla scuola napoletana.
Matera ospiterà il giorno 29 Dicembre, per il primo anno, “Il presepe vivente più grande del mondo” il cui percorso si snoderà da Piazza San Pietro Caveoso fino alla Via Madonna delle Virtù, nel Sasso Baresano, con un percorso di circa un Km e con 1000 figuranti, ispirati alle figure del presepio napoletano.
Al progetto faranno parte la Regione Basilicata, la Provincia, il Comune, l’Unione delle Pro Loco d’Italia, l’Arcidiocesi e diverse Associazioni culturali materane. Il progetto sarà finanziato dalla regione Basilicata, dall’APT e dall’UNESCO.