Il cinema impegnato del Lucania Film Festival
La mannaia dei tagli non risparmia neanche il mondo dei bambini. E’ emblematico, infatti, che per risparmiare 8000 euro l’anno, in Italia si chiuda anche l’Osservatorio per l’Infanzia, uno strumento che di fatto attua la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. E’ un segnale di come la politica sembri dimenticare la sua dimensione umana. L’arte, e con essa il cinema, riescono invece a conservare una diversa memoria e possono contribuire a restituire valore e centralità all’uomo. E’ forte, in questo senso, il messaggio che il Lucania Film Festival contribuisce a dare attraverso la sua proposta cinematografica. Nei 57 film in concorso, infatti, sono proprio i bambini ad incarnare quel ruolo di protagonisti per essere il presupposto alla base dell’esistenza stessa delle future generazioni.
Protagonisti di storie diverse, tristi o divertenti, grottesche o drammatiche, i bambini si riscoprono soggetti preferiti dei registi, per la capacità di essere il miglior veicolo di comunicazione grazie alla loro innocenza; perché paradossalmente raccontare il mondo con la gestualità e le naturali inclinazioni di chi non è attore professionista conferisce maggiore credibilità e consente di annullare il tempo, le distanze e le differenze geografiche, linguistiche e culturali. Il cinema interpretato dai bambini è un cinema puro, autentico. Un cinema di verità. Affidargli il compito di raccontare il mondo è una sfida ricca di fascino, una sfida raccolta dal LFF e presente in numerose opere fra quelle selezionate, tutte in grado di competere per l’ambita “L” che da tredici anni premia le fatiche dei cineasti che sanno ancora emozionare attraverso il primato dei contenuti e dell’estetica cinematografica.
Proprio la valorizzazione di contenuti ed idee continua ad essere il collante dell’universo Festival, un humus capace ancora di alimentare il cinema indipendente e garantirgli autonomia dagli schemi del mercato e dalle sue influenze di omologazione nella scelta dei soggetti, dei tempi, delle storie e degli attori. In questo senso la funzione dei Festival e del LFF, al di fuori delle logiche familiari alle major ed allo star system, permette di recuperare il messaggio del cinema impegnato, continuando a garantirgli una dimensione di libertà. E, nello stesso tempo, assume una veste ambivalente: mentre rigetta l’omologazione imposta dalle dinamiche della commercialità, veicola l’universalità di messaggi così forti da superare i limiti comunicativi dettati dalle differenze geografiche ed antropologiche.
In un Festival in grado di raccogliere la migliore produzione cinematografica dai cinque continenti, analizzando le opere pervenute, sorprende come le pur esistenti peculiarità territoriali, motivo di ricchezza nella valorizzazione delle diversità, non impediscano al pubblico di percepire messaggi universali e, pertanto, immediatamente fruibili. E’ un aspetto, questo, che emerge con sempre maggiore evidenza nel susseguirsi delle edizioni del LFF, segno che proprio i Festival di cinema rappresentano un prezioso crocevia di scambi culturali e ibridazioni che, senza snaturare le differenze antropologiche, permettono così di rendere comprensibile a tutti il messaggio di quel cinema che ancora sa dare priorità ai contenuti, alle idee ed all’impegno sociale.
Nella consapevolezza di questa mission, la presenza di Emir Kusturica, regista, attore e musicista pluripremiato in vari Festival di livello internazionale, rappresenta il perfetto compimento di un percorso che sa unire la stazza di un testimonial di eccezione con un contesto perfettamente adatto alla storia del suo cinema ed al messaggio dei suoi contenuti. Oltre alla sezione fiction, il LFF garantisce uno spazio importante anche all’animazione cinematografica, nella consapevolezza, anche in questo caso, di lanciare una sfida ambiziosa. Sono pochi, in Italia, i Festival che danno spazio alle animazioni. Questa importante frontiera della comunicazione audiovisiva si inserisce in un segmento che, a livello nazionale, non riesce ancora a veder attecchire la sua filiera produttiva. Nell’animazione cambiano i linguaggi e soprattutto le tecniche di realizzazione. I registi che desiderano intraprendere questo percorso sono consapevoli delle difficoltà che esso dischiude, specie quando si tratta di superare il clichè che equipara questo segmento ai film per bambini o ai messaggi pubblicitari. Per il LFF coltivare una sezione di animazione cinematografica significa dare spazio a quegli artisti che, sfruttando i differenti canoni del genere, dimostrano di poter raccontare storie per tutti, attraverso la padronanza e la conoscenza di strumenti diversi da quelli utilizzati dal cinema classico.
Intanto, i numeri parlano chiaro e raccontano di quanto il LFF sia, tra i festival, oramai bandiera del cinema indipendente: sono infatti più di 57 i film in concorso a questa XIII edizione della kermesse lucana. Fra il 10 ed 13 agosto prossimi le proiezioni scorreranno nelle magiche sale all’aperto della Terravecchia di Pisticci, un vero e proprio valore aggiunto del progetto pisticcese. Il 12 agosto l’appuntamento speciale è con la lectio magistralis sul cinema di Emir Kusturica che il giorno seguente concluderà il LFF con un concerto che si annuncia bollente assieme alla sua No Smoking Orchestra. Nei quattro giorni di lavori, inoltre, ampio spazio ad una fitta serie di appuntamenti con il cinema e l’arte, fra workshop, mostre, incontri, approfondimenti e dibattiti, sempre nel segno della informalità tipica di un Festival che profuma dell’autenticità dei luoghi e pone al centro della sua missione il valore dell’uomo e della cultura, con la convinzione che possa essere valido strumento di liberazione dalla logica imposta dagli spread e dalle crisi sistemiche.
Un altro modo per essere felici è possibile, magari solo per lo spazio di una proiezione o per un incontro imprevisto con persone dell’altra parte del mondo; un altro modo di essere felici è possibile grazie alla poesia, alla bellezza, all’arte, all’innocenza dei bambini, al sapore ed alla bellezza dei luoghi e delle persone. Nel piccolo, per quattro giorni all’anno, è possibile essere felici anche grazie al LFF.