Il confronto tra ‘Pensiamo Basilicata’ e Total parte col piede sbagliato
Non ha prodotto gli esiti sperati l’incontro tra Total, rappresentanti della cabina di regia (organizzazioni imprenditoriali e sindacali, Regione Basilicata) e degli Stati generali delle costruzioni. Il confronto – che si è tenuto soltanto lunedì scorso nonostante da tempo sollecitato dalle associazioni imprenditoriali – era carico di aspettative puntualmente disattese dall’atteggiamento della multinazionale, la quale si è limitata ad illustrare l’attività svolta e presentare ipotetici programmi di sviluppo per il prossimo triennio che denotano scarsa sensibilità nei confronti delle comunità e dei lavoratori lucani.
L’attività estrattiva deve invece essere occasione di sviluppo per il territorio e di valorizzazione per il sistema imprenditoriale locale. Per questo è imprescindibile che la base del confronto sia costituita dalla stessa piattaforma di accordo raggiunta con il contratto di settore siglato con Eni in Val d’Agri e declinata in sei assi: promozione di iniziative nel settore geo-minerario; programmi delle attività per lo sviluppo; iniziative a tutela della salute e della sicurezza; modalità di approvvigionamento; valorizzazione e salvaguardia delle risorse umane; coinvolgimento delle Pmi.
Le organizzazioni datoriali del manifesto Pensiamo Basilicata ritengono che, attraverso un reciproco riconoscimento delle istanze, soltanto tale impianto di discussione possa portare ad un’effettiva crescita del territorio e, per questo, lo difenderanno in tutte le sedi. Tale approccio, nonostante la scarsa apertura dimostrata da Total, è condiviso dai sindacati e dalle stesse istituzioni regionali che in questo momento, nonostante il lodevole impegno profuso dall’assessore Pittella, sono immobilizzate da una crisi politica che ha di fatto sottratto al tavolo un interlocutore forte e importante e che, anche per questo motivo, è necessario si risolva al più presto.