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Il consigliere Braia chiede all’assessore Cupparo il rilancio dell’agroalimentare di Basilicata

“Il marchio unico dell’agroalimentare lucano con una sua declinazione settore per settore, continua ad essere, a nostro avviso, l’obiettivo principale su cui puntare, in chiave di promozione  e sostegno dei prodotti lucani. Il capitolo della promozione agroalimentare deve essere ampliato e reso pluriennale, come fatto con noi nel passato, per consentire la programmazione e la preparazione adeguata sia agli uffici, da potenziare, che si occupano di promozione che ad aziende e privati chiamati a partecipare. Continuare a lavorare in emergenza mette a rischio la qualità e, di conseguenza, la realizzazione in futuro della collettiva stessa, con grave danno per la nostra immagine di comunità Regionale.

Al netto delle valutazioni tecniche e organizzative relative alla presenza a Verona della Basilicata del vino, sempre migliorabili, l’impressione, che ho ricavato nel corso della mia visita, del comparto del vitivinicolo lucano al Vinitaly, la più importante fiera del settore sempre stata trainante in termini di immagine dell’agroalimentare italiano, purtroppo non è entusiasmante.  Dopo due anni di stop causa pandemia ci saremmo aspettati una ripartenza più frizzante e comunicativamente più efficace.  

Certamente lodevole, come è sempre stato anche in passato, l’impegno profuso da funzionari e tecnici del Dipartimento, nell’organizzare – in emergenza – una presenza dignitosa ma evidentemente sottotono, se si esclude la degustazione organizzata dal Consorzio del Vulture con Marco Sabbelli del Gambero Rosso.  Quello che è chiaramente mancato, a mio modesto parere,  è una visione d’insieme e la capacità politico-istituzionale di tenere aggregati, con coinvolgimento e protagonismo, tutti gli attori pubblici e privati del comparto, per  valorizzare attraverso il vino la Basilicata intera, caratteristica che ci connotava chiaramente tra le regioni, prima della pandemia.”

Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva.

“Agli occhi dei visitatori del mondo intero, a Verona per scoprire e degustare i vini – prosegue il Consigliere Braia – la Basilicata è apparsa una regione refrattaria all’innovazione, alla modernità, alla creatività, all’essere sistema compatto e coraggioso, orgoglioso e consapevole delle proprie potenzialità che, in termini di qualità del nostro oro rosso, continuano a non essere seconde a nessuno. Un numero ridotto dei partecipanti alla collettiva, che mi preme comunque ringraziare (solo 17 rispetto a oltre 30 aggregati in passato) e, spiace aver constatato, la non presenza nel padiglione regionale di altre nostre eccellenze che si trovavano, invece, singolarmente ed esclusivamente in altri padiglioni diversi da quello della collettiva. Simbolico di una mancanza di una unica regia politica forte e adeguata messa in campo dal dipartimento nella gestione dell’ex Assessore della Lega Fanelli,  capace di tenere insieme tutti, creando le condizioni migliori per potersi, comunque, sentire orgogliosi di appartenere alla propria terra e di poterla promuovere e raccontare, magari con una comunicazione, linea grafica, e narrazione univoca e non frammentata della nostra regione e del suo eccellente vino, con il racconto adeguato di tutti i territori, dal Vulture Melfese al Materano, sino alla Val d’Agri. Mancato il collegamento, che si è sempre provato a tenere, con la Basilicata dell’olio EVO al Sol Agrifood, dove erano presenti i cinque produttori vincitori del premio regionale Olivarum 2022, anch’essi da sostenere e accompagnare con più forza e determinazione, unitamente all’intero comparto olivicolo lucano che oggi può fregiarsi dell’IGP regionale ancora troppo poco promossa e attenzionata.

Mi rammarica che sia andato sostanzialmente perso, purtroppo, il lavoro comunque fatto negli anni precedenti. Sicuramente perfettibile e migliorabile, ma avevamo visto tangibilmente la caratterizzazione di una crescita di interesse costante dei nostri spazi di promozione e valorizzazione, che puntavano a cercare sempre di dare un’immagine diversa, innovata e innovativa, coerente, unitaria, regionale. Soprattutto quella promozione e comunicazione istituzionale complessiva, attraverso iniziative costruite anche nel fuori fiera e fuori salone, utilizzando le medesime risorse economiche gestite con un spirito differente, più coinvolgente e aperto al confronto, alla sperimentazione di nuove modalità e linguaggi. Eravamo proiettati nel palcoscenico nazionale del settore, apparivamo agli occhi di tutti, finalmente, come un vero sistema Basilicata, con tutti i Consorzi di tutela presenti e coinvolti in sinergia con le eccellenze agroalimentari  veicolati entrambi adeguatamente su tutti i media.

Il futuro è già domani. Ora mi auguro si possa organizzare per tempo la partecipazione al Salone del Gusto di Torino, per valorizzare le produzioni tipiche e la nostra biodiversità, poi le iniziative da organizzare sul territorio, gli eventi di livello nazionale sui prodotti simbolo del nostro agroalimentare, dall’ortofrutta ai formaggi, per sostenere il settore zootecnico e lattiero caseario, oltre a quello del vino. Si riattivi, magari organizzando e programmando un calendario di iniziative di valorizzazione come fatto nel passato, l’interesse per i prodotti tipici comunali da far rivivere nei nostri territori, che rappresentano per i turisti che si affacciano in questa primavera e nella prossima estate, un’occasione unica per scoprire le nostre tradizioni e i nostri sapori, insieme proprio a quel turismo del benessere che si è narrato alla BIT di Milano.

Al neo Assessore Cupparo – conclude Luca Braia – sperando possa resistere alle intemperie della crisi infinita della maggioranza Bardi, chiediamo di aprire una consultazione pubblica, in attesa della nuova programmazione 2023/2027. È sicuramente tempo di concludere gli ultimi bandi della programmazione 2014/2021, prorogata per la pandemia al 2023, e di prendere decisioni chiare e strategiche per indirizzare il futuro del comparto, alla vigilia dei nuovi finanziamenti europei. Insieme al turismo, la Basilicata ha una scommessa su cui continuare a puntare, e deve farlo in maniera totalmente differente rispetto a questo ultimo triennio, caratterizzato non solo dalla pandemia, purtroppo, ma anche dalla lentezza della macchina amministrativa e da un protagonismo dell’agroalimentare lucano che è stato pressoché – speriamo non volutamente, sarebbe grave – azzerato.“

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