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Il consigliere Braia sulla situazione di Metapontum Agrobios

Ritengo sia doveroso fare una riflessione oculata sul riordino degli enti sub-regionali che, in fase di assestamento del bilancio regionale, hanno portato ai primi provvedimenti parzialmente risolutivi ma che disegnano una nuova logica di approccio agli asset umani e strumentali degli enti satelliti.

La fuoriuscita dai vecchi schemi, che continuerò a stimolare e sostenere con tenacia, vuol significare, sicuramente, per l’esecutivo regionale quello stampo nuovo di una politica nuova che “impatta” con i lumi della consapevolezza i radicali cambiamenti della società; ma le rivoluzioni – ce lo racconta la storia – foriere di riforme hanno i loro tempi ed i loro complessi processi da gestire con raziocinio. Del resto è il concetto di razionalizzazione la leva delle nostre scelte.

Il centro Metapontum Agrobios è in una fase di stallo da almeno 18 mesi, ha congiunturali difficoltà di bilancio, con la manovra correttiva vengono assegnati 2 milioni di euro per evitare un tragico fallimento; tecnicamente il bilancio dell’azienda viene assestato ma questo non poteva essere sufficiente, determinando un provvedimento dai contorni sterili e “palliativi”.

L’orientamento politico, di piu’ ampia veduta, che questa maggioranza ha voluto imprimere, ha portato all’approvazione di un articolato impegnativo e, ritengo, di grande valenza politica che deve gestire, ci auguriamo per l’ultima volta, una inevitabile transizione che dovrà definire una positiva soluzione di approdo o con una solida e strategica partnership industriale di livello internazionale, magari nel mondo degli idrocarburi, o dentro il sistema pubblico regionale come enti “in-house” a sostegno dell’operatività di Arpab ed Alsia; il tutto da attuare entro il termine del 30 Settembre 2012 nell’intento di impiegare al meglio le grandi professionalità tecniche e scientifiche disponibili, non disperdendo l’enorme patrimonio strumentale e di conoscenza sino ad oggi costruito con risorse economiche pubbliche e la fatica e la competenza degli operatori.

Diventa inevitabile però immaginare e pretendere che alla guida di questa “nave” che deve giungere sana e salva al suo positivo approdo ed in cui si dovrà riorganizzare e rimotivare il “suo qualificato equipaggio”, ridefinendone mission e capitalizzando al massimo quel know-how acquisito nel campo della ricerca, sia immediatamente chiamato un management tecnicamente preparato, autorevole, rappresentativo e soprattutto che si impegni a tempo pieno con il 100% del suo tempo.

Anche il capitale umano delle soppresse Comunità montane è stato attenzionato nella manovra di assestamento, venendo inserito in un processo di riqualificazione che vede coinvolti gli enti locali nel più vasto progetto delle Aree Programma.

Anche in questo caso viene definito un percorso-ponte, frutto di un inteso confronto con le OO.SS., che ridefinisce il ruolo del personale ex Comunità da impiegare in quell’associazionismo comunale che possa creare nuove opportunità di sviluppo per i territori lucani, già “orograficamente” divisi e che potranno razionalizzare l’erogazione dei servizi offerti, implementadoli con qualità e quantità (auspicando un rilancio che possa superare gli standard funzionali).

Ed anche in questo caso l’ente Regione accompagnerà la riorganizzazione trasferendo le debite risorse agli enti locali per un periodo di tempo (tre anni) che possa risultare utile e possa pure diventare l’abbrivio del cambiamento verso prestazioni performanti.

Consigliere Regionale PD

Luca Braia

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