Il consigliere Petrone ribatte alle affermazioni di Marchionne
Che la strategia di Marchionne fosse dannosa per il paese e per i diritti del mondo del lavoro era chiaro già da tempo.
A due anni dall’annunciato piano industriale ancora non si sa quali e quanti siano gli investimenti che FIAT vuole operare in Italia,mentre è di ieri la notizia della disdetta di tutti gli accordi e la volontà di non applicare il contratto nazionale di lavoro.
La crisi ha sicuramente influito sulle vendite di auto, sia in Italia che in Europa, ma questo non giustifica l’ulteriore perdita di mercato da parte della FIAT.
E’ grave il comportamento di Marchionne che, invece di accelerare gli investimenti e la uscita di nuovi modelli di auto, decide di mettere in discussione diritti e relazioni sindacali.
Alla luce di quanto sta avvenendo, sollecitiamo la convocazione di un tavolo nazionale presso il Governo, con la presenza dei Presidenti delle Regioni interessate dalla presenza FIAT, per una verifica del piano industriale presentato al Governo ed alle Regioni.
Il Presidente De Filippo si faccia interprete di questa esigenza, sollecitata dalle stesse Organizzazioni Sindacali unitariamente, presso la Conferenza dei Presidenti delle Regioni.
La democrazia, il contratto, la dignità del lavoro, il salario hanno a che fare con il modello di società che si ha in mente. Senza democrazia, in fabbrica come nella società, senza un progetto industriale che sappia traguardare la crisi, senza una discussione seria su Fiat non c’è l’alternativa. Dopo gli ultimi annunci di Marchionne è urgente avviare una discussione, anche in Basilicata, su un modello di sviluppo che sappia intrecciare qualità del lavoro e sostenibilità delle produzioni, innovazione, ricerca, sviluppo e democrazia.
Carlo Petrone – Coordinatore regionale SEL