Il messaggio dell’Arcivescovo di Foggia – Bovino mons. Vincenzo Pelvi
Le beatitudini sono il cuore del Vangelo. In esse, Gesù racconta la sua vita: ha vissuto da povero, mite, pacifico, con occhi tanto liberi da vedere germi di bontà in ogni persona. Beati quelli che sono nel pianto. Dio è dalla parte di chi piange, non dalla parte del dolore. Eppure
la tragica morte di Andrea, Luigi, Maurizio, la famiglia Rigler comporta grande rabbia e indescrivibile dolore. Davanti a questa tragedia non ci sono parole di consolazione, capaci di lenire una ferita che non può e non vuole essere rimarginata. E nel silenzio, delicato e rispettoso, ci apriamo alla convinzione che l’amore è più forte della morte, l’alba del sole più forte dell’oscurità della notte. Le nostre lacrime raccontano una storia. Quando piangiamo, infatti, anche se lo facciamo nella più stretta solitudine, ci rivolgiamo a qualcuno. Noi piangiamo perché un altro veda. Nel riflesso delle lacrime c’è il Signore, sostegno della nostra vita.
Il Dio a cui oggi ci affidiamo era con Andrea e Luigi quando nella mattinata di burrasca scrutavano e cercavano di superare le difficoltà del volo. Come Andrea e Luigi c’è una moltitudine che nessuno può contare, come le stelle del cielo che, con il lavoro quotidiano e il servizio al prossimo, preparano un futuro migliore per tutti. Nella nostra città respira, infatti, un esercito silenzioso e sconosciuto che tesse solidarietà
nel lavoro, nelle case, nelle istituzioni, dando prezioso e qualificato aiuto, offrendo onestà nelle relazioni interpersonali.
Il Dio in cui confidiamo non può ingannarci, non può deluderci, non sarebbe Dio; non può non amarci, non ci avrebbe creati. La fede è più delle regole degli uomini, del mare e della terra, delle leggi della carne e del sangue. Forte è la morte capace di privarci della vita; ma più forte è la fede che apre al dono possibile di una speranza, ricca di eternità. Per parlare di speranza a chi è nel dolore, bisogna condividere la sua disperazione; per asciugare una lacrima dal volto di chi soffre, bisogna unire al suo il nostro pianto. Le lacrime sono come linguaggio della nostra preghiera, cadono a terra ma la loro efficacia sale al cielo, sono come la terra che irrora il cielo. Cerchiamo Dio, incontriamolo e chiediamogli conto di quanto accaduto. L’Amore si fa presenza e annulla ogni distanza. Questo mondo porta un altro mondo nel grembo. Continuiamo a credere che l’amore è più forte della morte, la bellezza più umana della violenza, la giustizia più sana del potere. Questa tragedia non finirà nel nulla, ma dentro un abbraccio che ha nome Dio: è la fiaccola che Andrea e Luigi lasciano brillare sulla nostra città di Foggia.
+ Vincenzo Pelvi
Arcivescovo