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Il Ministero dell’Istruzione pubblica l’esito numerico delle domande di dimissioni dal servizio del personale della scuola

Venerdì 11 dicembre il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato l’esito numerico delle domande di dimissioni dal servizio del personale della scuola. Le istanze on line, attraverso cui si produceva la domanda di dimissioni, hanno cessato la funzione il 7 dicembre 2020.

In Puglia, complessivamente, sono 2.629 le domande presentate dal personale scolastico per andare in pensione il 1° settembre 2021. Scorporando il dato sono 2.129 i docenti in uscita, 452 le unità di personale ATA, 45 i docenti di religione e 3 unità di personale educativo.  A seguire presentiamo la ripartizione per profili professionali e per province.

 

 

Docenti

ATA

IRC

PED

Totale Istanza Cessazione

Totale Istanza Quota 100

Totale personale*

Regione

Provincia

Istanza Cessazione

Istanza Quota 100

pari a # personale*

Istanza Cessazione

Istanza Quota 100

pari a # personale*

Istanza Cessazione

Istanza Quota 100

pari a # personale*

Istanza Cessazione

Istanza Quota 100

pari a # personale*

Puglia

Bari

389

544

841

99

85

173

9

5

14

1

1

2

498

635

1.030

Puglia

Brindisi

93

112

196

22

16

37

1

4

5

 

 

 

116

132

238

Puglia

Foggia

136

210

328

57

45

93

4

6

10

 

1

1

197

262

432

Puglia

Lecce

150

248

384

42

41

79

2

7

9

 

 

 

194

296

472

Puglia

Taranto

201

194

380

50

20

70

2

5

7

 

 

 

253

219

457

Puglia Totale

 

969

1.308

2.129

 

207

452

18

27

45

1

2

3

1.258

1.544

2.629

 

Alcune osservazioni:

–         Cresce in percentuale il dato delle domande con requisiti di quota 100: se lo scorso anno erano state poco meno del 50%, quest’anno superano abbondantemente la metà: complessivamente le domande quota 100 sono 1.544 su 2.629 domande presentate pari al 59% del totale. Da notare che tra gli insegnanti la percentuale sale al 61.5%.

–         È bene tener presente che questi dati si riferiscono solo alle domande presentate e non a quelle che hanno ottenuto la certificazione del possesso dei requisiti per cui sono numeri destinati ancora a crescere perché non comprendono ancora i collocamenti a riposo con Opzione Donna e con APE sociale, e di quanti matureranno il requisito anagrafico dei 65 o 67 anni di età entro il 31 agosto 2021. È ragionevole, quindi, pensare che questa cifra raggiungerà un totale stimabile in tremila unità.

Alla luce dei dati e delle osservazioni fatte è prevedibile che, sul fronte degli insegnanti, questo turn over metterà nuovamente a dura prova la scuola per l’avvio del prossimo anno scolastico a causa dell’esplosivo mix di cattedre scoperte, posti vacanti e supplenti da nominare. Questi posti, infatti, saranno vacanti e disponibili a partire già dal prossimo anno scolastico e si andranno ad aggiungere ai posti non assegnati con le immissioni in ruolo del corrente anno scolastico (tra graduatorie esaurite e posti accantonati per i nuovi concorsi, ben 1666 cattedre, pari al 45% di quelle messe a disposizione, non sono state assegnate).

Il contesto emergenziale, infatti, ha rallentato notevolmente le procedure di reclutamento: dei quattro concorsi già banditi, che prevedono per la Puglia 901 posti e le cui procedure di iscrizione si sono concluse questa estate, solo quello straordinario per l’immissione in ruolo nella scuola secondaria è stato avviato per poi essere sospeso fino al 15 gennaio.

In queste condizioni appare molto difficile che tutte le procedure siano concluse in tempo per riuscire a mettere in cattedra i docenti il prossimo 1° settembre.

Come abbiamo ribadito in più occasioni, l’unico modo per assicurare la copertura di tutti i posti sin dall’inizio dell’anno scolastico e per combattere con forza la piaga del precariato è snellire le procedure concorsuali attraverso una procedura che non bypassa la selezione, ma la colloca al termine di un percorso formativo abilitante o di specializzazione nel sostegno strutturato con esami, attività di laboratorio, tirocinio e prova finale per la conferma nel ruolo.

Il prossimo anno scolastico sarà differente da tutti gli altri, sarà l’anno zero dopo la pandemia, quello in cui ci sarà bisogno di un enorme sforzo per poter ricostruire un percorso formativo fortemente destabilizzato dalla didattica a distanza e sarebbe gravissimo avviarlo sotto il segno della precarietà e della discontinuità didattica. 

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