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Il monopolio musicale del jazz nella capitale della civiltà rupestre

Da qualche settimana la redazione di Oltre tenta di intervistare i referenti delle principali associazioni materane di musica jazz.

Quattro semplici domande avrebbero avuto il compito di chiarire a noi e al pubblico i differenti (?) punti di vista di gruppi che da anni contribuiscono ad una stessa “causa”, ma in maniera autonoma e indipendente: l’accrescimento del monopolio musicale del Jazz nella città dei Sassi.

Se dovessimo riflettere soltanto sul numero delle associazioni jazzistiche materane, sarebbe facile giungere alla conclusione che l’offerta musicale “monotematica” del Jazz  non presenta a Matera il caratteri di gradimento eccezionali della cosiddetta “musica di nicchia”.

E’ possibile che a Matera si offra solo il jazz perché piace solo il jazz?

Lo avevamo chiesto a Dino Plasmati, Lindo Monaco, Angelo Calculli e a Gigi Esposito , referenti delle associazioni jazzistiche MiFaJazz, Culturée Chitarristiche, Officina del Jazz e Onyx Jazz Club…ma alla fine, per motivi diversi, soltanto l’Avv. Calculli, presidente di Officina del Jazz, ha accettato di rispondere alle nostre domande.

Officina del jazz: quando nasce?

Officina del Jazz nasce nell’estate 2010 per mia iniziativa: da sempre nutro una grande passione per la musica jazz e le sue contaminazioni.

 Quindi la passione è la “molla” che muove la creazione del Circolo. Qual è la “mission” di Officina? Cosa vuole offrire di diverso al pubblico?

La motivazione della costituzione del Circolo Culturale Musicale Officina del Jazz è sicuramente, e assolutamente, la passione

Officina è nata non tanto organizzare eventi in proprio, ma piuttosto per supportare e realizzare progetti interessanti di altri.

Per esempio abbiamo sostenuto il Festival Manouchejazz di Metaponto questa estate. Avevamo intrapreso questa strada con un’altra associazione, ma purtroppo avevamo puntato su un “cavallo” indomito e selvaggio che è giusto segua il suo istinto naturale.

La passione ci ha imposto di andare avanti e cosi Officina del Jazz ha iniziato ad avviare progetti propri, “appassionati e per appassionati”.

Proprio con questa grande forza motrice, che è sempre alla base delle cose che facciamo, ci siamo dati l’obiettivo di offrire al pubblico un servizio musicale integrato con concerti live, trasmissioni televisive e radiofoniche e un sito interattivo. La mission? Offrire musica di alta qualità con artisti di spessore internazionale capaci di dare visibilità a Matera, città candidata a Capitale Europea della Cultura 2019.

Culturée, Onyx, MiFaJazz, Officine del Jazz: utilizzano strumenti diversi per raggiungere scopi diversi? Se si quali scopi secondo lei? Altrimenti perchè, in una città piccola come Matera, il jazz ha il monopolio musicale?

Noi siamo molto vicini all’Onyx che indubbiamente rappresenta la storia del Jazz a Matera.

É indiscutibile che Gigi Esposito e gli amici dell’Onyx siano i precursori del jazz a Matera.

Conosco poco Culturée, ma credo abbiano anche loro fatto tanto nel settore. Mifajazz è diretta da un musicista: io credo che i musicisti debbano fare il loro lavoro, che non è sicuramente quello dell’impresario. Quando le due figure coincidono si rischia di mangiare sempre la stessa minestra o di fare cose solo per scambi di favori con altri musicisti. In altre parole si rischia di limitare la crescita di una associazione. Se poi effettivamente questo è l’obiettivo di Mifajazz vuol dire che anche loro stanno facendo bene.

Lascio poi ai cartelloni e alle rassegne ogni ulteriore commento, senza però non precisare che noi di Officina facciamo tutto con soldi nostri e senza risorse pubbliche. Alcuni cartelloni,ad esempio proprio quello di Mifajazz, con i soldi pubblici ricevuti avrebbero potuto fare sicuramente di più…

Uniti per Matera Capitale Europea della Cultura 2019…ma è solo un’utopia sperare nella fusione, in un unico “cartellone di qualità”, di 4 realtà diverse come queste?

 Un primo tentativo di unione noi lo abbiamo fatto con il progetto ” Contaminazioni Associative”, radunando attorno al tavolo le associazioni Incompagnia, Orchestra della Magna Grecia, Officina del Jazz e Onyx. Sicuramente nel futuro ci saranno progetti condivisi e chissà che Officina possa tornare al suo progetto iniziale, ovvero sostenere progetti interessanti. Ad ogni modo ci stiamo muovendo per assicurarci una crescita costante e indipendente: abbiamo avviato due grosse iniziative, una con Stanley Jordan e una con Gegé Telesforo…credo ci saranno interessanti sviluppi!

Le 4 realtà sono simili ma diverse allo stesso tempo ed è giusto che ognuno abbia la propria autonomia pur nella massima collaborazione.

Ritengo, invece, che una sana competizione, libera anche da vincoli “politici”, possa generare una naturale selezione, capace di lasciar spazio a chi offrirà le cose migliori e di migliore qualità.

In merito a questo ho una doverosa precisazione da fare: chi ha una storia radicata, come in questo caso l’Onyx, deve meritare rispetto e ammirazione ,perché senza loro oggi, forse, ci occuperemmo di altro.

Valentina Focaccia

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