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Il movimento ‘Nastrinirossi’ scrive al premier Renzi

Hanno deciso di presentarsi all’inaugurazione della Fiera del Levante con un sit-in di protesta i docenti assunti con il Piano Straordinario previsto dalla legge 107 del 2015. L’occasione è ghiotta anche perchè all’inaugurazione c’è anche il premier Matteo Renzi, a Bari anche per la sottoscrizione del Patto per il Sud con Emiliano. La manifestazione è organizzata dal movimento spontaneo ‘Nastrinirossi’, che rivendica il diritto a rimanere nella propria terra per insegnare. Si tratta di 18 mila docenti di Puglia, Abruzzo e Campania che, da mesi, rivendicano il legame con la propria terra, la scuola e la famiglia.
“Molti di noi, purtroppo, sono partiti e sperano di poter rientrare anche solo per un anno con le assegnazioni provvisorie, in attesa di nuovi e definitivi sviluppi che ci possano riportare nella nostra terra. A Bari saremo presenti alle 10 all’entrata del lungomare Vittorio Veneto della Fiera del Levante coi nostri nastrini rossi ai polsi e i cartelli delle nostre destinazioni”, ha affermato Francesca Marsico del gruppo ‘Nastrinirossidocentipugliesi’.
Questo il testo integrale della lettera che i prof consegneranno a Renzi.
Lettera aperta al Presidente del Consiglio Matteo Renzi

Siamo i “nastrinirossi” gli oltre 18 mila docenti della Puglia, Campania, Abruzzo e Sicilia assunti con il piano straordinario de “la Buona scuola”. Ma prima di essere insegnanti siamo madri, padri, figlie, figli, mogli e mariti appartenenti alla nostra Terra. Lei ora è in Puglia, qui ha scelto di onorarci con la Sua presenza, segno evidente della protezione dello Stato tra noi.
Molti di noi purtroppo non potranno quest’anno godere dell’80esimo anniversario della campionaria più importante del meridione. Molti di noi, infatti, sono in servizio dal primo settembre nelle scuole del Centro-nord Italia, lontano dalla propria vita.
Abbiamo scelto di credere nelle Istituzioni. Abbiamo scelto di affidarci alla Stato. Abbiamo scelto di credere nel merito e nella giustizia. Abbiamo scelto di affidare le nostre sorti alla “Buona scuola”. Non ci rimproveriamo le scelte effettuate, il tempo indeterminato tanto atteso mentre eravamo precari nelle nostre graduatorie provinciali, ma lei ora ha il potere di farsi carico delle nostre voci, di noi docenti che hanno fiducia in Lei e nello Stato.
Lei è un padre, sua moglie nostra collega, come potrebbe mai sopportare di vivere lontano dalla sua famiglia, dai suoi figli? Come si può compiere al meglio il proprio lavoro senza la serenità della propria famiglia accanto? L’algoritmo ci ha portati lontano. Troppo lontano, eppure i posti qui ci sono.
Siamo in migliaia a chiederle una mano d’aiuto. Le soluzioni sono sotto i suoi occhi. Lei che ha a cuore le sorti dell’Italia non può lasciare indietro il Centro-Sud.
Lei sa benissimo che i posti dell’organico di diritto e di potenziamento che formano l’organico dell’autonomia delle scuole non sono sufficienti all’ordinario espletamento delle attività negli istituti. Le stesse scuole annualmente chiedono integrazione con elaborazione del cosiddetto “organico di fatto”. L’organico di fatto realmente richiesto dalle scuole meridionali è capiente, a tal punto da permettere, se non proprio per tutti almeno per tanti, il rientro nella nostra Regione. Obbligarci al trasferimento per coprire i posti dell’organico di diritto, sa benissimo, che ha provocato vasti “vuoti” negli organici necessari al meridione. Con grave nocumento delle famiglie con figli in età scolare che si vedranno assicurare la “copertura” attraverso supplenze da ruoli non professionalizzati e privi dei titoli necessari. La soluzione, gentile Presidente, è stata enunciata proprio dal Suo Governo che più volte ha promesso di trasformare l’organico di fatto in organico di diritto. Ma al momento solo promesse. Ed intanto i disagi per le famiglie e per gli istituti diventano emergenze. I posti dell’organico di diritto non corrispondono ai posti di lavoro reali. Queste sono le cattedre su cui noi abbiamo sempre lavorato e sulle quali vogliamo continuare a lavorare. Chi sostiene che dobbiamo partire perché non ci sono posti al Sud, racconta una verità parziale. L’esempio? Il “concorsone”. Perché, se non ci sono le cattedre per noi, bandirle? Un ulteriore dato, documentato e verificabile, che riguarda l’attribuzione del “tempo pieno”: le risorse totalmente sbilanciate a sfavore del Sud: secondo i dati forniti dal Ministero, il tempo pieno viene concesso quasi esclusivamente al Nord. In Lombardia, ad esempio, le classi che ne usufruiscono sono il 48%, nel Lazio, il 52,8%, contro il 15,8% della Puglia ed il 7,2% della Sicilia. Confrontando i dati delle singole province, i numeri sono ancora più allarmanti: a Milano si arriva al 90,4% contro il 4,5% rilevato a Palermo.
“Classi pollaio”: un’immagine evocativa che rende bene l’idea di quello che dovrebbe descrivere. Nonostante esse siano fuorilegge, rappresentano, nel meridione non una eccezione ma la regola. Con le numerose richieste di sdoppiamento delle classi provenienti da migliaia di scuole meridionali che rimangono inutili grida nel deserto. La situazione è ancora più drammatica nelle classi frequentate da alunni con disabilità, per le quali la normativa prevede che non possano superare i 20 studenti, vincolo che le scuole di tutto il Meridione attualmente non rispettano, non potendolo fare.
Alla luce di questi dati, che sono verificabili ed oggettivi, confidiamo in un aiuto da parte Sua.
Vogliamo continuare a credere nella Sua visione di un’Italia all’avanguardia soprattutto nella tutela dei diritti a sostegno delle due principali agenzie educative: la Scuola e la Famiglia.
Distinti saluti.
#nastrinirossidocenti pugliesi, campani, siciliani e abruzzesi
Puglia: Francesca Marsico
Campania: Anna Chianese
Sicilia: Leonardo Alagna
Abruzzo: Francesca Carusi

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