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Il presidente del CMB Matera, Rocco Auletta, motiva le sue dimissioni

Come comunicato dal CDA del CMB, dopo 13 anni di presidenza ho rassegnato le mie irrevocabili dimissioni.
Tredici anni che hanno fatto sì che i colori bianco azzurri diventassero la mia seconda pelle. La mia relazione  all’assemblea dei soci è iniziata dicendo loro “devo riprendere la mia vita” perché, allo stato attuale, oramai quella che era una sana passione, è diventato solo impegno, sacrificio, lotte con le Istituzioni, battaglie quotidiane con tutti quelli che non capiscono cosa significa fare sport, in generale, ma soprattutto nella nostra terra. Tutto ciò messo insieme ha portato ad un logorio assoluto.
I motivi sono tanti, molteplici, ci vorrebbe un libro per descriverli, ma sicuramente alcuni hanno la prevalenza, ed hanno fatto sì che, per me, oggi rappresentano un punto di non ritorno. Cito sicuramente i più importanti.
 
Strutture sportive: avevo lanciato un grido di allarme, ovvero non vogliamo perdere la nostra identità, ma dopo quattro lunghissimi anni di girovagare è successo. Allo stato attuale per la prossima stagione non sapremmo nuovamente dove giocare. Ho inviato Pec al Comune di Grassano, nessuna risposta ricevuta; per i lavori della tensostruttura di Matera un silenzio assoluto, sebbene la disponibilità finanziaria vi sia dall’anno 2021; Policoro è oggettivamente distante dal Pianeta CMB, e non ha trovato riscontro assoluto da parte di quel territorio. Resterebbe Salandra. Ma qui va fatta un’altra disquisizione: siamo in pochi, meno di un milione di abitanti, su tutto il territorio regionale, ma con un campanilismo esasperato ed esagerato. Giochi a Salandra? Lo sponsor materano non contribuisce, giochi a Matera, idem per gli sponsor degli altri posti. Sinceramente non ho voglia di vivere l’ennesima estate nei pubblici uffici, per poi ritrovarci a settembre senza un campo da gioco.
 

Contributi Regionali: dopo ben cinque anni, udite udite, ci hanno liquidato le prime due annualità, 2017-2018 e 2018-2019, ma con la sorpresa che solo un governo regionale come la Basilicata poteva fare, ovvero ci hanno “tagliato” gli importi del 50%. Nel Bilancio appena approvato è stato inserito un importo complessivo (per tutte le società) di € 200.000, quindi con un taglio del 90% per ciascuna società. Ovviamente per una sola ulteriore annualità.  Penso di essere su scherzi a parte. Vorrei ricordare a questi signori che vi è una norma Regionale che disciplina il tutto, e che per onestà intellettuale i tagli andrebbero comunicati, ante e non post, dopo che le società hanno disputato campionati per diversi anni. Dopo cinque anni di battaglie ci prendono per i fondelli fino alla fine, senza alcun limite, senza alcun ritegno. Qualche politico mi ha detto “ringraziate che avete preso quel 50%”. Noi ringraziare? Forse è la politica che deve ringraziare quei pochi pazzi che ancora tentano di fare sport nella terra che io definisco “la terra del lamento”. Più che dire assurdo, direi vergogna. Di cosa parliamo?

 
Sponsor: sono stanco di rincorrere main sponsor al Nord Italia (cinque anni di Signor Prestito, uno di Opificio), mi chiedo se in Basilicata interessi a qualche azienda contribuire al mantenimento di una squadra in Serie A, con rilevanza a livello nazionale, dirette su Sky, visibilità sui quotidiani e sulla rete nazionale esistente che di visibilità ne hanno data veramente molta. Ho sempre detto che questa doveva essere la squadra della Regione, ho sbagliato probabilmente a non precisare che non parlavo della Regione Veneto, della Regione Lombardia. Il mio era diventato un pellegrinare, e se vogliamo anche un mendicare, nelle aziende lucane, e non solo per i main sponsor ma proprio per gli sponsor in generale, dimenticando che ho un lavoro impegnativo, edificante, e soddisfacente, che stavo abbandonando. Mi chiedo ancora oggi, per chi e per cosa?
 

Calcio a 5: questo sport non ha un grosso futuro. Riforme importanti fatte in piena notte, senza alcun rispetto per società e calciatori. Non sto parlando della legittimità della riforma, ma dei modi e dei tempi attuativi. Qualche calciatore da quel momento non è più esistito in campo, e li comprendo, sono padri di famiglia  e la mattina dopo, con ogni probabilità, hanno capito di non avere più un lavoro. Nel frattempo, però, ci si permette di inserire in distinta, nel campionato Under 19, un calciatore di qualsiasi età (teoricamente anche un 40enne), oppure si toglie l’obbligo dell’under in serie A2. Resto perplesso. Qual è la logica sottesa? Forse mi sfugge qualcosa. Parliamo delle final eight di Coppa Italia? Tutte le spese a carico delle società tranne un piccolo contributo da accreditarsi sul portafoglio delle società stesse. Il Presidente di una società che disputa altro sport mi ha riso in faccia per mezz’ora. Qualche esperto di questo sport mi ha detto “Presidente, ma è stato sempre  così”; infatti, si sperava in un cambiamento. Vedremo i budget delle società dopo questa riforma, ho ascoltato cifre improponibili, rispettando tutti naturalmente. Parlare di sostenibilità in questo sport è pura utopia.


Arbitraggi: gli arbitraggi sono una piaga ovunque, ed il calcio a 5 non si esime da questa regola. Però, penso che a tutto ci sia un limite. Atteggiamenti da super uomini, arroganza, presunzione, sino a deriderci; no, non va bene. Se questi signori hanno problemi fuori dal campo e pensano di portarli lì, si sbagliano di grosso. Se le società che fanno immensi sacrifici devono anche occuparsi di sociale, per la reintegrazione di questi soggetti, diventa deleterio. Si badi bene, noi ci abbiamo messo tanto del nostro, ma proprio tanto e probabilmente troppo, ma dire che ci mancano almeno 15 punti è poco. Sinceramente, non mi va di fare la balia a questi signori, “buttando” via soldi, perché è vero che l’errore ci sta, ed anche più di uno, ma essere presi in giro e derisi da personaggi del genere, no grazie, soprattutto se ti indirizzano una stagione.
 
Ho toccato solo qualche tema dei tanti che mi hanno spinto a dire basta. Come disse un noto politico materano “presidè tanto dello sport non se ne frega nulla e nessuno”, avrà avuto ragione anche lui, visto che siamo stati abbandonati per anni, e considerato che io definisco lo sport “un esercizio da palco durante le tornate elettorali”, tutto torna.
Detto questo, volevo ringraziare i soci ed i dirigenti del CMB, che si sono succeduti nel corso degli anni, i tanti tifosi, tutti i tesserati, ma un ringraziamento particolare va alla mia famiglia che, in tutti questi lunghi anni, mi ha accompagnato, confortato, appoggiato, e sopportato, anche nei miei lunghi silenzi, nei momenti di difficoltà, perché vi assicuro sono stati tanti. Sebbene questo passo indietro sia stato a lungo meditato e figlio di un’accurata riflessione, è un momento che, sinceramente, non avrei mai voluto arrivasse, ma la vita è così ed anche le cose belle finiscono, qualcosa di bello durato 13 anni.  Il magone c’è e resterà, ma da soli non si è mai costruito nulla e noi siamo sempre stati soli.
 
Un caro saluto a tutto il mondo bianco azzurro. FORZA CMB, sempre, comunque ed ovunque

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